Les Étoiles Gala Internazionale di danza
direzione artistica Daniele Cipriani
Foto Massimo Danza
4 e 5 gennaio 2025 Roma Auditorium Parco della Musica
“La bella addormentata”
pas de deux atto III – coreografia Marius Petipa



Sono Massimo Danza un professionista specializzato nella fotografia coreutica.
Les Étoiles Gala Internazionale di danza
direzione artistica Daniele Cipriani
Foto Massimo Danza
4 e 5 gennaio 2025 Roma Auditorium Parco della Musica
“La bella addormentata”
pas de deux atto III – coreografia Marius Petipa
Les Étoiles Gala Internazionale di danza
direzione artistica Daniele Cipriani
Foto Massimo Danza
4 e 5 gennaio 2025 Roma Auditorium Parco della Musica
“Il lago dei cigni”
pas de deux cigno bianco atto II – coreografia Lev Ivanov
Les Étoiles Gala Internazionale di Danza a cura di Daniele Cipriani – Roma Auditorium Parco della Musica 27 gennaio 2018
Foto Massimo Danza
“Giselle” coreografia Marius Petipa da Jean Coralli e Jules Perrot
“Don Chisciotte” pas de deux III atto coreografia Marius Petipa
Les Étoiles Gala Internazionale di danza
direzione artistica Daniele Cipriani
Foto Massimo Danza
4 e 5 gennaio 2025 Roma Auditorium Parco della Musica
Elizaveta Kokoreva e Dmitry Smilevsky “Marco Spada”
pas de deux atto II – coreografia Pierre Lacotte
Les Étoiles Gala Internazionale di danza
direzione artistica Daniele Cipriani
Foto Massimo Danza
4 e 5 gennaio 2025 Roma Auditorium Parco della Musica
“La sylphide” pas de deux atto II
coreografia August Bournonville
Les Étoiles Gala Internazionale di danza
direzione artistica Daniele Cipriani
Foto Massimo Danza
4 e 5 gennaio 2025 Roma Auditorium della Conciliazione
“Il lago dei cigni” pas de deux del cigno nero, atto III coreografia Marius Petipa
Les Étoiles Gala Internazionale di danza
direzione artistica Daniele Cipriani
Foto Massimo Danza
4 e 5 gennaio 2025 Roma Auditorium Parco della Musica
“Morgen” pas de deux – coreografia Wayne McGregor
Les Étoiles Gala Internazionale di danza
direzione artistica Daniele Cipriani
Foto Massimo Danza
4 e 5 gennaio 2025 Roma Auditorium Parco della Musica
“Cenerentola” pas de deux atto II coreografia Frederick Ashton
Les Étoiles Gala Internazionale di danza
direzione artistica Daniele Cipriani
Foto Massimo Danza
4 e 5 gennaio 2025 Roma Auditorium Parco della Musica
“Don Chisciotte” pas de deux atto III
coreografia Kevin McKenzie, Susan Jones (d’apres Marius Petipa e Alexander Gorsky)
Les Étoiles Gala Internazionale di danza
direzione artistica Daniele Cipriani
Foto Massimo Danza
4 e 5 gennaio 2025 Roma Auditorium Parco della Musica
“Rodeo” Prima Nazionale pas de deux coreografia Justin Peck
Les Étoiles Gala Internazionale di danza
direzione artistica Daniele Cipriani
Foto Massimo Danza
4 e 5 gennaio 2025 Roma Auditorium Parco della Musica
“Lo schiaccianoci” pas de deux atto II
coreografia George Balanchine
Les Étoiles Gala Internazionale di danza
direzione artistica Daniele Cipriani
Foto Massimo Danza
4 e 5 gennaio 2025 Roma Auditorium Parco della Musica
“Carmen” pas de deux coreografia John Neumeier
“Pavlova and Cecchetti” pas de deux dal balletto “Lo Schiaccianoci” coreografia John Neumeier
Les Étoiles Gala Internazionale di danza
direzione artistica Daniele Cipriani
Foto Massimo Danza
4 e 5 gennaio 2025 Roma Auditorium Parco della Musica
“I’m on your side” creazione per Les Étoiles, coreografia Riva & Repele
Les Étoiles Gala Internazionale di danza
direzione artistica Daniele Cipriani
Foto Massimo Danza
4 e 5 gennaio 2025 Roma Auditorium Parco della Musica
“Le corsaire” pas de deux atto II coreografia Marius Petipa
Les Étoiles Gala Internazionale di danza
direzione artistica Daniele Cipriani
Foto Massimo Danza
4 e 5 gennaio 2025 Roma Auditorium Parco della Musica
“Racheo” coreografia Sergio Bernal
“Farruca del molinero” coreografia Antonio Ruiz Soler
L’ultimo lavoro di Luisa Signorelli, immaginifico e ricco di colori, si articola sulle suggestioni del tempo e sulla relatività del suo valore nel corso della vita.
La vita di ciascuno di noi è ciò che accade e si compie in un intervallo di tempo che in realtà è molto breve. Quando ci si volta indietro, ad un certo punto del percorso, si ha l’impressione che quanto ci siamo lasciati alle spalle sia volato via in un attimo. Il tempo è un valore davvero relativo!
Ricordi, esperienze, sentimenti, incontri, persone care: infinite immagini scorrono rapidissime nella memoria di chi vive, come in un film, e formano il quadro d’insieme di una vita. Proprio come in un “timelapse”, come il titolo dell’ultimo lavoro di Luisa Signorelli.
Ad interpretare l’opera la stessa danzatrice e coreografa assieme agli atletici danzatori della sua compagnia Ballet-ex: Federico Marafina, Giuseppe Ranieri, Alessandro Pastore, Klaudio Ujca, Armand Zazani.
Uno spettacolo immaginifico, ricco di colori come i magici costumi realizzati dall’atelier Jasha, tuniche di moderni sacerdoti che nel rito coreutico liberano lo spettatore dal tempo, restituendogli attimi di pura anima.
Ancora una volta Luisa Signorelli racconta con la danza l’uomo e la vita, e lo fa ogni volta da un punto di osservazione diverso. In Timelapse il focus è il tempo, che scandisce la memoria, troppo velocemente.
Immagini evocative scorrono sul fondo, accompagnando un viaggio visionario ed onirico.
Completano la performance una colonna sonora composta da brani di diverso genere armoniosamente integrati con il racconto danzante, che riporta alla dimensione della memoria, degli affetti più cari, riflettendo sulla fatalità di unioni e separazioni, di conflitti e solitudini.
Una favola che scorre con la levità del sogno, come solo la danza può raccontare, lasciando il pubblico con emozioni e riflessioni. Perché la nostra vita non è altro che un attimo.
Per chi volesse approfondire, ecco un breve documentario che spiega la poetica e l’estetica dell’ultimo lavoro di Ballet-ex: https://m.youtube.com/watch?v=X1y_M6RlkB0&d=w
Info www.balletex.com
Paola Sarto
Foto Massimo Danza
In scena:
Roma Teatro Orione 14 dicembre 2024
Caserta Teatro Don Bosco 15 marzo 2025
Roma Teatro Orione 22 marzo 2025
Roma Teatro Orione 12 aprile 2025
Rubiera Teatro Herberia 5 aprile 2025
Roma Teatro Italia 17 maggio 2025
Roma Teatro Olimpico 9 giugno 2025
I due danzatori e coreografi sono andati in scena al Romaeuropa Festival con un nuovo lavoro di cui sono autori ed interpreti: una storia di amore e separazione, speranza e memoria, che trascende le barriere del tempo e dello spazio.
“Dear son” è il nuovo lavoro dei danzatori e coreografi Sasha Riva e Simone Repele, andato in scena a Roma nell’ambito del Romaeuropa Festival 2024, all’Auditorium Parco della Musica lo scorso 10 ottobre.
Una intensa performance, che li ha visti interpreti assieme ad Anne Jung, eclettica e talentuosa danzatrice tedesca del Nederlands Dans Theater. Un viaggio nel tempo, dal passato al futuro, navigando tra sentimenti e storia di una famiglia che perde un figlio partito per la guerra. Così Sasha e Simone parlano di quest’opera:
“…La perdita di un figlio cambia improvvisamente la percezione del tempo. Vogliamo raccontare una storia di separazione, speranza e memoria che trascende le barriere del tempo e dello spazio.
Il pezzo presenta una famiglia composta da madre, padre e figlio, dove il figlio decide di partire per la guerra. Lo spettacolo si apre con un flashback su un ritratto di famiglia.
Il passato illustra i sogni e i progetti di una vita. Il presente, invece, sembra congelato dove la madre ormai anziana cerca di scrivere una lettera al suo caro figlio, ancora in attesa del suo ritorno. Il dolore è silenzioso ed immobile. Nel futuro, i genitori continuano a vivere, ricordando il figlio perduto.
“Dear son” è un’esperienza artistica che invita il pubblico a riflettere sulla fragilità della vita nella società in cui viviamo, ancora segnata dalla persistenza della guerra e dalle sue conseguenze. Vogliamo esplorare il dolore incommensurabile provato dai genitori di fronte alla perdita del loro figlio.
La nostra intenzione è quella di creare un pezzo che trascenda le parole per comunicare la complessità delle emozioni legate a questa esperienza universale. Il nostro obiettivo è illustrare l’amore incondizionato tra genitore e figlio. Ci auguriamo che tocchi diversi tipi di pubblico e aumenti la consapevolezza delle realtà della guerra tra le generazioni attuali e future”.
Riva&Repele hanno creato un fortunato sodalizio artistico che li vede uniti nella creazione di spettacoli di grande impatto emotivo, che interpretano personalmente avvalendosi anche di stelle internazionali della danza.
L’indagine delle emozioni e dei sentimenti attraverso il movimento è un campo di ricerca in continua evoluzione, e il duo Riva & Repele ne è una avanguardia. Geniali e visionari, reinterpretano i canoni tradizionali del balletto ed offrono allo spettatore una esperienza emotiva profonda, attraverso una rinnovata estetica del movimento che diviene forma dell’anima.
Paola Sarto
Foto Massimo Danza
Crediti
Coreografia: Simone Repele & Sasha Riva
Danzatori: Anne Jung, Sasha Riva, Simone Repele
Disegni: Gu Jiajun (con l’aiuto di Adèle Vettu)
Disegno luci: Alessandro Caso
Crediti di Produzione
Produzione: Riva & Repele e Le Voisin
Coproduzione: Orsolina 28, Centre des Arts Geneve, Romaeuropa Festival, Daniele Cipriani Entertainment
pas de deux del cigno bianco II atto coreografia Lev Ivanov
Les Étoiles Gala internazionale di danza a cura di Daniele Cipriani Auditorium Conciliazione 23 e 24 gennaio 2016
Lo schiaccianoci coreografato da Amedeo Amodio, è nel panorama della danza classica internazionale un eccezione di particolare bellezza e fascino.
La capacità di interpretare la storia con movimenti coreutici di neo classico fino a sfociare nel contemporaneo contaminato addirittura da break-dance ed Hip hop; fa, di questa edizione, uno spettacolo che toglie il respiro.
A mio modesto parere una delle migliori al mondo che abbia mai visto. A partire dalla danza continua, senza alcun momento di riposo dalla prima scena all’ultima.
Le scenografie e i costumi di Luzzati aggiungono fascino ed atmosfera fiabesca, sogno, desiderio di lasciarsi andare al mondo onirico puro.
Daniele Cipriani ne ha intuito la portanza culturale e, affidando i ruoli principali alle più grandi étoiles internazionali, ne ha fatto un evento unico al mondo.
Diamonds da “Jewels”
coreografia George Balanchine
Les Étoiles Gala internazionale di danza a cura di Daniele Cipriani Auditorium Conciliazione 23 e 24 gennaio 2016
Coreografia Ludovic Ondiviela
Les Étoiles Gala internazionale di danza a cura di Daniele Cipriani
Auditorium Conciliazione 23 e 24 gennaio 2016
Giada Rossi (Compañía Nacional de Danza di Madrid) e Alessandro Frola (Hamburg Ballet)
nel pas de deux dall’atto III della Bella addormentata, coreografia di Marius Petipa e musica di Pyotr Ilyich Tchaikovsky.
Gala Les Étoiles a cura di Daniele Cipriani – Roma 15-17 marzo 2024.
Foto: Massimo Danza
Direzione artistica Daniele Cipriani
Consulenza artistica: Sergio Bernal e RicardoCue
Auditorium Parco della Musica, Roma 28-29 gennaio 2024
Ballet Nacional de España diretto da Rubén Olmo
Sergio Bernal
Jesús Carmona
Patricia Guerrero
Belén López
Ana Morales
Rubén Olmo
ed altri bailaores, cantaores, guitarristas e percusionistas dalla Spagna
I due principal dancers dell’American Ballet e del NYC Ballet nella frizzante coreografia di George Balanchine: otto minuti di tecnica e virtuosismi sulle musiche di Piotr I. Ciaikovsky.
Catherine Hurlin e Roman Mejia ci hanno regalato energia ed abilità sorprendenti in uno dei passi a due più belli ed amati dal pubblico, “Tschaikovsky Pas de Deux”, adrenalinica coreografia di George Balanchine sulle musiche di Piotr I. Ciaikovsky. Per le due stelle americane ci sono stati grandi applausi dal pubblico del Gala Les Étoiles di Daniele Cipriani, il consueto palcoscenico che ospita la grande danza mondiale.
Ma perché il passo a due ha questo titolo? Occorre risalire ad un passato lontano.
Per la produzione originale del “Lago dei cigni” a Mosca nel 1877, Čajkovskij compose un pas de deux per l’Atto III su richiesta di Anna Sobeshchanskaya, una prima ballerina del Bolshoi che fu una delle prime ballerine a interpretare il ruolo principale.
Poiché fu composto più tardi rispetto al resto della musica, questo brano non fu però incluso nella partitura pubblicata e non fu quindi a disposizione di Marius Petipa quando coreografò il suo famoso Lago dei cigni a San Pietroburgo, nel 1895. Al suo posto, Petipa trasferì alcuni brani musicali dall’Atto I all’Atto III, e sono questi pezzi che ora sono noti come il pas de deux del Cigno Nero.
Ben più di mezzo secolo dopo, fu ritrovata la partitura completa e originale del Lago dei cigni, inclusa un’appendice con il pas de deux perduto. Venuto a conoscenza della sua storica scoperta, George Balanchine chiese – e ottenne – il permesso di usarlo per la sua coreografia. Ecco l’origine del titolo.
Catherine Hurlin e Roman Mejia sono entrambi principal dancers rispettivamente dell’American Ballet Theatre e del NYC Ballet, due istituzioni che rappresentano punti cardinali della danza mondiale.
La “mission” dell’American Ballet è creare, presentare, preservare ed estendere il grande repertorio della danza classica, attraverso spettacoli emozionanti e una programmazione educativa di altissima qualità, presentata al più vasto pubblico possibile.
Il New York City Ballet è stato fondato da George Balanchine e Lincoln Kirstein con l’obiettivo di produrre ed eseguire un nuovo repertorio di balletto che reimmaginasse i principi della danza classica. Il NYC Ballet persegue due obiettivi primari: preservare i balletti, l’estetica della danza e gli standard di eccellenza creati e stabiliti dai suoi fondatori; ed inoltre sviluppare nuovi lavori che attingano ai talenti creativi di coreografi e compositori contemporanei e parlino al tempo in cui vengono realizzati.
Questa mission è accompagnata dall’impegno ad espandere il pubblico della Compagnia ed a rendere il balletto accessibile ad un pubblico più vasto possibile attraverso tournée, programmi educativi, l’uso creativo dei media e altri sforzi di sensibilizzazione.
Fonti:
www.nycballet.com
www.abt.org
Paola Sarto
Foto Massimo Danza
ntervista ad Alessandro Frola, giovane stella dell’Hamburg Ballet e interprete assieme a Madoka Sugai di un brano tratto dalla coinvolgente coreografia “Spring and Fall” di John Neumeier.
Oggi parliamo di un’altra “perla” della danza che ha dato sfoggio di sé sul palcoscenico romano di Les Étoiles, il Gala organizzato da Daniele Cipriani: ne parliamo anche attraverso le parole del danzatore Alessandro Frola.
Si tratta di un brano tratto dalla coreografia “Spring and Fall” di John Neumeier, un passo a due interpretato dallo stesso Alessandro Frola e da Madoka Sugai, entrambi giovani stelle dell’Hamburg Ballet.
Il pezzo incanta ed emoziona, anche per la perfetta fusione dei danzatori con i movimenti coreografici e la musica.
Il brano è coreografato sul quarto movimento della serenata per archi in mi maggiore op.22 di Antonin Dvoràk, un’opera di grande fascino, riverberante di emozioni tipiche dello spirito boemo. E’ il movimento musicale più poetico dell’intera Serenata, sentimentale e struggente.
L’autore della coreografia, come dicevamo, è il coreografo John Neumeier, maestro del balletto neoclassico contemporaneo, riferimento di assoluto rilievo per la danza internazionale e direttore artistico, nonché capo coreografo dell’Hamburg Ballet, che dirige sin dal 1973.
I danzatori Alessandro Frola e Madoka Sugai ci hanno emozionato per la sensibilità e la poesia con cui hanno interpretato questo pezzo di vera arte coreutica. L’estetica del loro danzare ci trasmette immagini oniriche di elevazione; leggeri e soavi ricordano la lirica sospensione dei fidanzatini di Raymond Peynet, dando corpo agli ideali di leggiadria e giovinezza nel felice ed ispirato momento dell’innamoramento.
Abbiamo voluto sapere qualcosa di più di questo cameo della danza, forse con l’ingenua speranza di poter sbirciare nel sacrario degli artisti per carpirne i misteri, e dunque abbiamo posto qualche domanda ad Alessandro Frola, eccellenza italiana della danza che ci rappresenta magnificamente nel tempio dell’Hamburg Ballet.
Cosa vuole rappresentare la coreografia “Spring and Fall”?
A: Penso si tratti più delle sensazioni ed emozioni che ti trasmette la musica più che una storia raccontata. A me da sensazioni di leggerezza, freschezza, gioventù e amore.
Quali sono le difficoltà di questo passo a due?
A: Di raccontare la musica attraverso i movimenti ed il controllo dei passi.
Cosa apprezzi di Madoka come partner?
A: Madoka oltre ad essere una persona molto umile e solare è una ballerina spettacolare con cui ballare, la sua tecnica rende tutto più facile e permette di apprezzare qualsiasi passo.
Le creazioni di John Neumeier sono affini alle tue corde artistiche e perché?
A: Credo perché i passi di Neumeier sono collegati alle emozioni e lui ti lascia libero di interpretarli a modo tuo mantenendo sempre la sua visione.
Verso quali ruoli ti senti più portato, e cosa ti è più congeniale nella danza in generale?
A: Non so se sono i ruoli che mi vengono meglio ma sono quelli che mi piacciono di più, quelli che raccontano una storia, quelli dove puoi essere un’altra persona, studiartela e imparare da quest’ultima.
Quale ruolo che non hai mai interpretato ti piacerebbe impersonare?
A.: “Armand” della Dama delle Camelie di Neumeier, un sogno che spero un giorno si realizzi.
Con quale coreografo con cui non hai mai lavorato vorresti lavorare?
A: Il coreografo e direttore con cui vorrei tanto lavorare è Manuel Legris, ho sempre e solo sentito cose bellissime e quello che ho sentito mi ha colpito molto.
Un’ultima domanda: tu vivi stabilmente ad Amburgo giusto? Come ti trovi?
A: Si vivo ad Amburgo, non potevo trovare posto migliore per la mia carriera.
Ringraziamo Alessandro per la sua disponibilità, gli facciamo tantissimi auguri per il suo grande lavoro e ci auguriamo di rivederlo presto sui palcoscenici italiani, magari proprio nel ruolo di Armand della Dama delle Camelie di John Neumeier o in un lavoro di Manuel Legris, attuale direttore del Corpo di Ballo del Teatro alla Scala di Milano, a cui vorremmo far arrivare questo messaggio.
Alessandro Frola
Alessandro Frola ha la danza nel sangue, nel senso letterale del termine.
Nasce a Parma nel 2000, figlio d’arte e con un fratello principal dancer dell’English National Ballet, ha imparato a camminare e a danzare praticamente insieme.
Ha iniziato a studiare danza nella scuola parmense dei genitori, per continuare la sua formazione a livello internazionale, dapprima con borse di studio all’American Ballet di New York ed al Royal Ballet di Londra, poi per il biennio 2016/2017 al Fomento Artístico Cordobés in Argentina ed infine alla scuola dell’Hamburg Ballet diretto da John Neumeier.
Sin dagli esordi si aggiudica una quantità considerevole di premi e borse di studio nelle scuole più prestigiose del balletto, con maestri di avanguardia. Tra l’altro ha ricevuto molti premi per l’interpretazione del protagonista nel musical “Billy Elliot”, una delle esperienze più importanti per la sua formazione artistica.
Nel 2019 entra a far parte del corpo di ballo dell’Hamburg Ballet, con una velocissima ascesa che lo vede solista 2022 e principal nel 2023. Oggi è interprete di significativi ruoli di repertorio nonchè delle straordinarie coreografie del genio di John Neumeier.
Paola Sarto
Foto Massimo Danza
Un’opera-gioiello, incastonata tra le musiche di Bizet e firmata dal genio di Amedeo Amodio sulla “solitudine tragica e selvaggia di una donna che cerca di affermare il proprio diritto all’incostanza”.
Cosi il maestro Amedeo Amodio, incontrastato genio dello spettacolo, ci racconta la sua Carmen:
“Ah, Carmen! Ma Carmen adorée!”.
Sulle ultime note dell’opera si chiude il sipario.
In palcoscenico inizia lo smontaggio delle scene.
A poco a poco il personale e quanti altri hanno assistito allo spettacolo da dietro le quinte, vengono catturati dai fantasmi del dramma appena trascorso e man mano, un gesto, una frase, uno sguardo li spinge ad immedesimarsi in ognuno dei personaggi, per puro caso. Sarà, dunque, per puro caso che Don José incontra Carmen, che rappresenterà per lui l’unico momento di vita autentica, intensa, ma anche quello della morte. A questo punto è tutto stabilito, meno il percorso o labirinto dei due destini ormai indissolubilmente legati. Così si potranno creare accostamenti scenici imprevedibili e surreali, ma sempre volti verso un’unica fine. Sarà comunque Carmen, profondamente consapevole dell’ineluttabilità del momento finale, a condurre il gioco trasgressivo ed eversivo, in un impossibile tentativo di sfuggire alla sua sorte. La scena, come la musica, si svuota durante lo svolgimento del racconto, fino a rimanere nel momento finale completamente scarna, desolata ad esprimere la “solitudine tragica e selvaggia” di una donna che cerca di affermare il proprio diritto all’incostanza”.
Il balletto in due atti è tratto dal racconto di Prosper Merimée, la coreografie e la regia sono di Amedeo Amodio sulle celebri musiche di Georges Bizet, con l’adattamento e gli interventi musicali originali di Giuseppe Calì e le scene ed i costumi di Luisa Spinatelli.
Creata nel 1995 dal maestro Amodio per Aterballetto, questa versione di Carmen è stata prodotta dalla Daniele Cipriani Entertainment per diverse stagioni e palcoscenici teatrali, sempre con grande successo di pubblico.
In particolare le foto di Massimo Danza di questo servizio riprendono lo spettacolo del 9 marzo 2018 al Teatro Olimpico di Roma, con una splendida Anbeta Toromani ad interpretare Carmen, affiancata dal vigoroso Amilcar Moret Gonzalez (Don José), da Marco Lo Presti (Escamillo), Ilaria Grisanti (Micaela), Mattia Tortora ed i solisti e la compagnia di Daniele Cipriani.
Paola Sarto
Foto Massimo Danza
Le due talentuose étoiles del balletto dell’Opéra di Parigi in una coreografia di Benjamin Millepied, sulle note della sonata in fa Minore “Appassionata” di Beethoven.
“La nuit s’achève” (“la notte sta finendo”) è una coreografia di Benjamin Millepied, creata per tre coppie di danzatori, sulla sonata in fa minore “Appassionata” di Beethoven. Protagonista è l’amore romantico ed i suoi diversi stati emotivi: una coppia è in piena tempesta mentre le altre due, che ne sono al di fuori, ne rappresentano forse i ricordi del passato o le potenzialità per il futuro.
Benjamin Millepied, già primo ballerino del New York City Ballet e coreografo di fama internazionale, si è formato artisticamente tra due pilastri della danza del ‘900, George Balanchine e Jerome Robbins, ed è stato anche direttore del corpo di ballo dell’Opéra di Parigi dal 2014 al 2016.
L’impresario Daniele Cipriani ha voluto portare un brano di questa coreografia sul palcoscenico romano del Gala internazionale di Danza “Les Étoiles”, affidandone la romantica interpretazione alle due talentuose stelle del balletto dell’Opéra di Parigi, Valentine Colasante e Paul Marque.
La musica è parte fondamentale della coreografia, esiste una connessione profonda tra suono ed movimento: il passo a due vola sulle note della sonata in fa minore “Appassionata” di Beethoven, un capolavoro di espressione dei sentimenti più profondi dell’animo umano.
Assolutamente ispirato l’accostamento della sonata di Beethoven alla viva plasticità della coreografia, le diverse tonalità del mondo affettivo di una coppia si liberano in figure neoclassiche di ampio respiro ed elevazione.
La danza d’autore riesce ad esprimere in un solo istante suggestioni poetiche, figurative e musicali, che si rinnovano e mutano nell’istante successivo, in un crescendo emozionale. Una narrazione multisensoriale da cui veniamo ogni volta rapiti per ritrovarci, al termine di un brano come questo, con l’impressione di aver viaggiato in uno spazio ideale.
Paola Sarto
Foto Massimo Danza
Un passo a due tratto dalla coreografia di David Dawson ispirata dalla composizione “Voices” del musicista Max Richter e nata durante uno dei momenti più bui della pandemia, con lo scopo di alimentare i sentimenti di positività e consapevolezza attraverso il linguaggio della danza: per un mondo migliore e più giusto, la cui attuazione è nelle mani di tutti noi.
L’étoile russa Polina Semionova e la stella cubana Alejandro Virelles hanno interpretato un suggestivo passo a due tratto da Voices.
Un pezzo di struggente carica emotiva e di suggestioni plastiche, un gioiello che ha arricchito con la notevole portata artistica dei suoi creatori e degli interpreti, il poliedrico palcoscenico di Les Ètoiles, il gala internazionale di danza voluto dall’impresario Daniele Cipriani per la gioia di tutti i cultori delle arti coreutiche.
Voices, la cui prima assoluta è stata messa in scena il 26 settembre 2021 dallo Staatsballett di Berlino, è una splendida performance di danza firmata dal geniale coreografo britannico David Dawson, sulle omonime note di Max Richter, una delle figure più prodigiose della scena musicale contemporanea.
Voices è stato creato e sviluppato durante uno dei momenti più bui della pandemia. Dawson, insieme al suo cast, ha intrapreso un viaggio introspettivo, permettendo ad uno spirito comune di fiducia di realizzarsi nei confini protetti, schermati e sicuri della sala prove. Da questa unità nasce una speranza genuina che a sua volta viene trasmessa al pubblico come un sentimento umano universale, ispirato dalla composizione VOICES (2020) di Max Richter. Per molti anni Max Richter si è dedicato allo studio della dichiarazione universale dei diritti dell’uomo delle Nazioni Unite del 1948, parafrasando polifonicamente le parole iniziali della dichiarazione: “Tutti gli esseri umani nascono liberi ed eguali in dignità e diritti”. Queste parole sono il principio guida per le sue composizioni sceniche, contrastando il clima cupo degli attuali eventi globali in cui sono state create con la sua visione futura di un mondo migliore e più giusto la cui attuazione è nelle mani di tutti noi.
David Dawson a proposito di questa creazione afferma: “La profonda partitura di Voices di Max Richter è una forza incredibilmente potente di positività e volevo provare a contribuire a quel senso di positività e consapevolezza attraverso il linguaggio della danza. Il corpo umano. Mi è venuta l’ispirazione di pensare all’idea degli ideali, e che la danza potrebbe cercare di esistere accanto alla musica ed al testo come terzo ideale. Per iniziare la ricerca di un senso di completa armonia e bellezza. Il movimento e la forma. Una nuova (gentile) specie umana. Per catturare l’essenza della sensazione che questo pezzo mi trasmette. La Sehnsucht.”
“Questo lavoro mira a visualizzare il risveglio di una nuova era in cui possiamo provare ad andare avanti verso giorni migliori e creare il mondo in cui vogliamo vivere. Questi tempi difficili che stiamo vivendo ci plasmano, ci danno l’opportunità di riflettere e progredire, e ci aiutano a rivedere il mondo nella sua verità. Questo è il momento in cui il cambiamento può davvero avvenire. Guardo il nostro mondo e vedo una nuova energia, una rinascita di autenticità che diventa la nuova normalità. È un’evoluzione ed un nuovo mondo viene creato da una nuova generazione. Un nuovo posto in cui l’umanità possa avere la possibilità di essere la migliore possibile mentre impariamo di più sulle nostre infinite capacità e potenzialità.”
David Dawson
Il coreografo britannico David Dawson è uno dei principali dance makers che operano oggi nel balletto classico. Il suo stile coreografico trasforma il balletto classico in nuove forme e le sue creazioni sono state elogiate dalla critica e dal pubblico di tutto il mondo.
E’ stato insignito dei più prestigiosi premi internazionali, ed ha ricevuto il più alto premio teatrale russo per le arti visive, il Golden Mask Award, con la creazione “Reverence” per il Mariinsky Ballet, diventando cosi il primo coreografo britannico a realizzare un balletto per la leggendaria compagnia.
Per la sua rivisitazione di “Faun(e)”, creata per l’English National Ballet, Dawson è stato nominato per lo UK Critics’ Circle National Dance Award e per il Prix Benois de la Danse Choreography Award.
È artista associato al Dutch National Ballet dal 2015 ed al Semperoper Ballett dal 2020. Gli sono stati conferiti gli incarichi d’onore di mecenate artistico del Junior Ballet Antwerp e di coreografo laureato della European School of Ballet nel 2019. Tra il 2004 e il Nel 2012 David Dawson è stato coreografo residente per il Dutch National Ballet, il Semperoper Ballet e il Royal Ballet of Flanders. Dawson è stato anche invitato come membro della giuria del Prix Benois de la Danse a Mosca e del Dance Open International Ballet Festival a San Pietroburgo.
Ha ideato numerosi balletti a livello internazionale, comprese le sue creazioni integrali di Romeo e Giulietta, Il lago dei cigni, Giselle e Tristano + Isotta. Per il cinema Dawson ha creato i suoi “7 Portraits of Solitude” per i ballerini del Semperoper Ballett, “Styx” per Maria Kochetkova e “The Swan” per lo Scottish Ballet.
Nato a Londra nel 1972, David Dawson si è formato alla Rona Hart School of Dance, alla Arts Educational School e alla Royal Ballet School. Nel 1991 ha vinto il premio professionale al prestigioso Prix de Lausanne e lo stesso anno è entrato a far parte del Birmingham Royal Ballet. Si è unito all’English National Ballet nel 1994 come solista e un anno dopo si è trasferito ad Amsterdam per esibirsi con il Dutch National Ballet. Successivamente è entrato a far parte del Ballet Frankfurt nel 2000, dove ha lavorato con William Forsythe e si è esibito per altri due anni prima di decidere di dedicare il suo tempo alla creazione delle sue nuove opere.
Le sue creazioni sono state introdotte nei repertori di molte compagnie di balletto internazionali tra cui StaatsBallett di Berlino, Bayerisches Staatsballett, Ballett Dortmund, Dutch National Ballet, English National Ballet, Aalto Ballet Theatre Essen, Balletto Nazionale Finlandese, Balletto Nazionale Ungherese, La Scala di Milano, Balletto Nazionale del Giappone, Balletto Nazionale Norvegese, Balletto Mariinsky, Royal New Zealand Ballet, The Royal Ballet, San Francisco Ballet, Scottish Ballet, Royal Swedish Ballet, Singapore Dance Theatre, Tulsa Ballet, e Vienna State Opera Ballet .
Max Richter
Max Richter è una delle figure più prodigiose della scena musicale contemporanea, con un lavoro rivoluzionario come compositore, pianista, produttore e collaboratore. Dai sintetizzatori e computer a un’intera orchestra sinfonica, il lavoro innovativo di Richter comprende album solisti, balletti, spettacoli in sale da concerto, serie cinematografiche e televisive, installazioni di videoarte ed opere teatrali. Richter ha una formazione classica, studia all’Università di Edimburgo, alla Royal Academy of Music di Londra, e completa i suoi studi con il compositore Luciano Berio a Firenze.
“Memoryhouse”, il debutto di Richter nel 2002, è stato descritto da The Independent e Pitchfork Magazine come un “punto di riferimento”, mentre il suo album del 2004 “The Blue Notebooks” è stato scelto da The Guardian come uno dei migliori lavori classici del secolo.
“SLEEP”, il suo lavoro concertistico di otto ore e mezza, è stato trasmesso ed eseguito in tutto il mondo, alla Sydney Opera House, al Kraftwerk di Berlino, al Concertgebouw di Amsterdam, alla Philharmonie de Paris e al Barbican di Londra.
Nel 2012 Richter ha “ricomposto” le famose Quattro Stagioni di Vivaldi, aggiudicandosi il prestigioso ECHO Classic Award ed un posto consolidato nelle classifiche.
Il suo ultimo progetto registrato, The New Four Seasons, è stato pubblicato nel 2022, segnando i dieci anni del suo progetto Vivaldi Recomposed, ri-registrando il pezzo con strumenti d’epoca.
Negli ultimi anni la musica di Richter è diventata un pilastro per molte delle compagnie di balletto più importanti del mondo, tra cui il Mariinski Ballet, la Scala di Milano, il Joffrey Ballet, il New York City Ballet, il Balletto dell’Opera di Parigi, l’American Ballet Theatre, la Semper Oper e l’NDT, mentre le sue collaborazioni con Wayne McGregor per il Royal Ballet sono state ampiamente acclamate.
Richter ha scritto in modo prolifico per il cinema e la televisione, con progetti recenti tra cui Hostiles, Black Mirror, Taboo – che gli è valso una nomination agli Emmy, le serie della HBO The Leftovers e L’amica geniale e più recentemente White Boy Rick, Mary Queen of Scots ed il film di fantascienza Ad Astra con Brad Pitt. La sua musica è presente anche in Shutter Island di Martin Scorsese, Waltz With Bashir di Ari Folman e nel film premio Oscar Arrival di Denis Villeneuve.
Fonti:
www.daviddawson.com
www.maxrichtermusic.com
Paola Sarto
Foto Massimo Danza
Maia Makhateli e Giorgi Potskhishvili regalano emozioni e virtuosismi con una sfavillante interpretazione del passo a due tratto dal terzo atto del celebre balletto “Don Chisciotte”, coreografia di Marius Petipa, sul palcoscenico di Les Etoiles, il Gala internazionale di danza a cura di Daniele Cipriani.
Entrambi georgiani e figli d’arte, Maia e Giorgi sono stelle del firmamento del Dutch National Ballet, il balletto Nazionale Olandese.
Il “Don Chisciotte” è un vero e proprio trionfo di passione, tecnica e narrazione, e il passo a due che si svolge in questo atto ne cattura l’essenza.
Le musiche del balletto furono composte dal famoso violinista e compositore austriaco Ludwig Minkus, “primo compositore di balletto” per i Teatri Imperiali di San Pietroburgo dal 1871 al 1891. Il balletto “Don Chisciotte” segnò l’inizio di una fortunata collaborazione tra Minkus e Petipa, che portò alla creazione di diversi capolavori tra il 1870 ed il 1880, incluso il balletto La bayadère nel 1877, una delle migliori partiture di Minkus nonché opera maestra di Petipa.
In questo terzo atto del Don Chisciotte, i protagonisti Kitri e Basilio entrano in scena con un passo a due che racconta l’intensità della loro connessione ed il loro amore travolgente. Questo momento culminante del balletto rappresenta la perfetta unione tra virtuosismo tecnico e narrazione emotiva.
Un intricato intreccio di movimenti aggraziati ed acrobatici, con i quali gli interpreti dimostrano la straordinaria padronanza della tecnica del balletto classico, eseguendo pirouettes, arabesque e salti con eleganza e precisione. Allo stesso tempo, trasmettono l’intensa passione dei loro personaggi attraverso sguardi, contatti fisici e sospiri.
La musica che accompagna questo passo a due crea un’atmosfera magica, enfatizzando l’amore e la devozione tra Kitri e Basilio. I loro movimenti si adattano alle note in modo fluido e naturale, creando una sincronia visiva e sonora che incanta il pubblico.
Il passo a due nel terzo atto di “Don Chisciotte” è un momento di rara bellezza nel mondo del balletto. Rappresenta l’incarnazione dell’amore e dell’arte, una fusione di movimenti mozzafiato e sentimenti profondi. L’eredità di Marius Petipa vive attraverso questa coreografia, che continua a ispirare ballerini e spettatori di tutto il mondo, trasmettendo un messaggio di passione e bellezza senza tempo.
Paola Sarto
Foto di Massimo Danza
pas de deux I atto Romeo e Giulietta coreografia Kenneth MacMillan
Les Étoiles Gala internazionale di danza a cura di Daniele Cipriani
Auditorium Conciliazione 23 e 24 gennaio 2016
Madoka Sugai e Alessandro Frola volano sulle note di George Gershwin ed interpretano con eleganza gli straordinari virtuosismi della brillante coreografia di John Neumeier.
“Shall we dance?” è un brano che ci riporta alle atmosfere dei grandi musical americani, sfavillante e ricco di virtuosismi.
Il pezzo è opera del genio di John Neumeier, coreografato sulle note immortali di George Gershwin. L’interpretazione è affidata a due stelle dell’Hamburg Ballet, Madoka Sugai e Alessandro Frola, entrambi voluti dall’impresario Daniele Cipriani ad arricchire il palcoscenico internazionale di Les Etoiles.
I due danzatori eseguono il pezzo con incredibile energia, brio ed eleganza, e volando sulle note di Gershwin ci fanno sognare le luci di Broadway, di un passato di spettacoli leggendari, consegnati ormai alla storia.
John Neumeier è direttore artistico nonché capo coreografo dell’Hamburg Ballet, che dirige sin dal 1973.
Nelle sue opere John Neumeier combina la tradizione del balletto classico con le forme contemporanee, sviluppando un personale ed innovativo linguaggio coreografico.
Le lezioni dimostrative di John Neumeier sono una caratteristica speciale della tradizione del Balletto di Amburgo. Durante queste matinée, che si svolgono sul palcoscenico dell’Opera di Stato di Amburgo, più volte a stagione sin dal 1973, Neumeier, con la sua compagnia, spiega aspetti specifici della storia del balletto – informazioni riguardanti il repertorio attuale o il retroscena tecnico e storico dei balletti tradizionali.
John Neumeier è nato nel 1939 a Milwaukee, nel Wisconsin, dove ha ricevuto la sua prima formazione di danza. Ha continuato i suoi studi di danza a Chicago e alla Marquette University di Milwaukee dove ha creato i suoi primi lavori coreografici. Dopo ulteriori studi di danza classica sia a Copenaghen che alla Royal Ballet School di Londra, John Cranko lo invitò nel 1963 a unirsi allo Stuttgart Ballet, dove divenne solista e continuò il suo sviluppo coreografico.
Nel 1969, Ulrich Erfurth nominò Mr. Neumeier Direttore del Ballet Frankfurt, dove presto fece scalpore con le sue nuove interpretazioni di balletti famosi come “Lo Schiaccianoci” e “Romeo e Giulietta”. Nel 1973, August Everding lo invitò a diventare Direttore e Capo Coreografo dell’Hamburg Ballet. Sotto la sua direzione, l’Hamburg Ballet è divenuta una delle principali compagnie di balletto sulla scena della danza tedesca ed ha sin dall’inizio ricevuto riconoscimenti internazionali.
Come coreografo, Neumeier si è costantemente concentrato sulla conservazione della tradizione del balletto. Le sue composizioni spaziano dalle nuove versioni di balletti di repertorio ai musical, a coreografie basate su opere sinfoniche, in particolare sulle composizioni di Gustav Mahler, così come su musica sacra. Le sue ultime creazioni per The Hamburg Ballet: “La bella addormentata” (nuova versione, 2021), “Hamlet 21” (2021) e “Beethoven Project II” (2021).
Nel 1978 ha fondato la Scuola del Balletto di Amburgo. Nel 1989 la scuola, insieme alla compagnia, si è trasferita nel proprio “Ballettzentrum” (centro di balletto) fornito dalla città di Amburgo. Le sue strutture includono nove studi e un collegio per oltre 30 studenti. Oggi oltre l’80% dei ballerini della compagnia sono diplomati della scuola.
Neumeier ha lavorato come coreografo ospite con le più prestigiose compagnie, tra cui il Royal Ballet di Londra, le Opere di Stato di Vienna, Monaco e Dresda; il Balletto di Stoccarda (per il quale ha realizzato diverse opere); Il Balletto reale danese; Il Balletto dell’Opera di Parigi; Il Balletto di Tokyo; l’American Ballet Theatre di New York; il Balletto di San Francisco; The Joffrey ballett; il Balletto di Boston; Il Balletto Nazionale del Canada; Il balletto del Teatro Mariinsky; il Bolshoi di Mosca e il balletto Stanislavskij, The National Ballet of China, e molti altri.
Neumeier detiene il Dance Magazine Award (1983), l’Ordine al Merito della Repubblica Federale Tedesca, l’Ordine delle Arti e delle Lettere francesi e la Legione d’Onore. Nel 2006 gli è stato conferito il prestigioso Premio Nijinsky alla carriera. Ha ricevuto l’Herbert von Karajan Musikpreis nel 2007 e il Deutscher Jubiläums Tanzpreis nel 2008. Nel 2007 è stato nominato cittadino onorario della città di Amburgo. Nel novembre 2012 ha accettato l’Ordine dell’Amicizia della Federazione Russa. Nel 2015, la Fondazione Inamori ha conferito a Neumeier il Premio Kyoto per i suoi contributi alle arti e alla filosofia; nel 2016 ha ricevuto il prestigioso Prix Benois de la Danse alla carriera. Tra i suoi recenti riconoscimenti ci sono il Livetime Achievement Award del Prix de Lausanne 2017, l’Erich Fromm Prize e il People’s Republic of China Friendship Award. Nel 2021, la regina Margrethe II di Danimarca ha conferito a John Neumeier la medaglia d’onore “Ingenio et arti”, un’onorificenza personale conferita dalla casa reale danese a personalità di spicco nel campo delle arti e delle scienze.
Neumeier ha istituito la John Neumeier Foundation nel febbraio 2006 con l’obiettivo di preservare e infine rendere disponibile al pubblico il suo repertorio e quanto legato ai suoi balletti.
Fonte: www.hamburgballet.de
Paola Sarto
foto Massimo Danza
Valentine Colasante e Paul Marque in “Scarlatti pas de deux”
coreografia Josè Martínez
L’inconfondibile stile barocco, con i suoi repentini cambi di tempo ed i virtuosismi, si riverbera perfettamente nella coreografia di Martinez che predilige la purezza delle linee classiche.
Valentine Colasante e Paul Marque, entrambi étoiles del balletto dell’Opera di Parigi, interpretano con impeccabile stile il passo a due tratto dall’inizio del secondo atto di “Les Enfants du Paradis”, una coreografia di José Carlos Martínez basata sull’omonimo capolavoro del cinema francese di Marcel Carné e Jacques Prévert.
Il palcoscenico è sempre quello della grande danza internazionale, il Gala Les Étoiles, un appuntamento irrinunciabile per gli amanti del balletto in tutte le sue forme.
Il passo a due è stato composto da Martínez sulla partitura per pianoforte della Sonata K 208 Adagio e Cantabile e della Sonata in do maggiore K 159 di Domenico Scarlatti, il cui inconfondibile stile barocco, con i suoi cambi repentini di tempo ed i virtuosismi, si riverbera perfettamente nella coreografia e nella purezza delle sue linee classiche.
Il balletto, che ha ricevuto nel 2009 il Prix Benois de la Danse, è stato presentato in anteprima all’ Opéra di Parigi nel 2008.
José Carlos Martínez, nato a Cartagena nel 1969, inizia gli studi di danza con Pilar Molina e poi si perfeziona al Centre de Danse International Rosella Hightower di Cannes. Nel 1987 Martínez vince il Prix de Lausanne ed entra alla Scuola di danza dell’Opéra di Parigi. Nel 1988 è nella compagnia del Balletto dell’ Opéra di Parigi, di cui diviene Danseur Etoile nel 1997. Ad oggi rimane l’unico ballerino ad aver vinto la medaglia d’oro al Concorso internazionale di balletto di Varna, il Prix de Lausanne, il Prix Benois de la Danse e il Premio Nacional de Danza.
A Parigi ha danzato la gran parte dei grandi ruoli maschili del repertorio neoclassico e romantico, danzando ne Il lago dei cigni, Giselle, Don Chisciotte, La bella addormentata, Lo schiaccianoci, La Bayadère, Romeo e Giulietta e La Sylphide, eseguendo le coreografie di Frederick Ashton, George Balanchine, Kenneth MacMillan, Antony Tudor, Serge Lifar, Harald Lander e John Cranko. Ha ballato anche opere di danza contemporanea di Maurice Béjart, John Neumeier, Mats Ek, William Forsythe, Jiří Kylián, Martha Graham, Roland Petit e Pina Bausch. Nel corso della sua carriera ha danzato al Teatro alla Scala, al Teatro Bolshoi, al Teatro Marinsky, all’English National Ballet, al Nuovo Teatro dell’Opera di Tokyo e alla Berlin Staatsoper.
Oltre alle sue attività all’Opera di Parigi, José Martinez ha ballato per le più grandi compagnie del mondo. Ha inoltre fondato il gruppo “José Martinez en Compagnie” che si è esibito regolarmente per diversi anni in Europa (in particolare in Spagna) e negli Stati Uniti.
Dal 2011 al 2019 è il direttore artistico della Compagnia nazionale spagnola di danza.
Come coreografo, tra le sue creazioni ritroviamo “Delibes suite”, entrato nel repertorio del San Francisco Ballet; per il Balletto dell’Opera di Parigi, “Les Enfants du Paradis”,. Ha creato anche una sua versione del balletto Le Corsaire per il Balletto dell’Opera di Roma, che ha riproposto in una nuova versione in Slovenia, con l’Opera di Lubiana (2021).
Nell’ottobre 2022 viene nominato direttore del balletto dell’Opéra di Parigi.
Paola Sarto
Foto Massimo Danza
ANNA ROSE O’SULLIVAN E MARCELINO SAMBE’ IN “CARBON LIFE”
Uno spettacolo che è un vero pezzo di arte contemporanea, nato dalla originale collaborazione tra il coreografo Wayne McGregor ed il DJ/Producet Mark Ronson per The Royal Ballet.
Un vero e proprio pezzo di arte contemporanea è stato portato in scena dall’impresario Daniele Cipriani sul palcoscenico del Gala Internazionale di danza Les Étoiles.
Anna Rose O’Sullivan e Marcelino Sambé, entrambi principal del Royal Ballet, hanno interpretato un estratto di “Carbon Life”, la geniale ed ipnotica coreografia di Wayne McGregor creata in collaborazione il DJ/producer Mark Ronson per The Royal Ballet.
Il pezzo trasmette tutta l’energia, l’inventiva e la verve del pop e della moda contemporanei, combinando forme di danza popolari – come jazz, disco e hip hop – con gli idiomi del balletto classico per creare un’opera audace e rivoluzionaria.
I produttori musicali Mark Ronson e Andrew Wyatt ne hanno realizzato la colonna sonora, nove canzoni pop, che esplorano l’amore nelle sue molteplici forme, e forniscono al balletto un’energia trascinante e viscerale. Durante la premiére dello spettacolo nel 2012, hanno riunito sul palco per una esibizione dal vivo un gruppo di celebri musicisti, tra cui Boy George, Hero Fisher e Alison Mosshart.
I costumi originali sono stati realizzati dal celebre stilista inglese Gareth Pugh: in apertura “Carbon Life” vede 18 danzatori salire sul palco indossando semplici costumi color carne e illuminati da una luce soffusa. Man mano che la coreografia procede, i danzatori si muovono attraverso assoli, passi a due e pezzi d’insieme, ed indossano ulteriori strati di vestiti.
Wayne McGregor
Nato nel 1970, Wayne McGregor è un pluripremiato coreografo e regista britannico, famoso a livello internazionale per le pionieristiche innovazioni nelle performance che hanno radicalmente ridefinito la danza nell’era moderna. Spinto da un’insaziabile curiosità per il movimento e le sue potenzialità creative, i suoi esperimenti lo hanno portato a un dialogo collaborativo con una serie di forme artistiche, discipline scientifiche e interventi tecnologici. Le opere sorprendenti e multidimensionali risultanti da queste interazioni hanno posto Wayne McGregor all’avanguardia delle arti contemporanee da oltre venticinque anni.
Fonte: www.waynemcgregor.com
Paola Sarto
Foto Massimo Danza
POLINA SEMIONOVA IN “ CINQUE” di Mauro Bigonzetti
L’étoile russa Polina Semionova, principal guest artist del Teatro dell’Opera di Stato di Berlino, in una coreografia di Mauro Bigonzetti, composta sulle musiche sacre dello “Stabat Mater” di Vivaldi.
Ricca è l’offerta di performances per gli amanti della danza e della musica presentate al Gala Internazionale Les Etoiles a cura di Daniele Cipriani.
Uno spettacolo dalle mille suggestioni, che accontenta ogni esigenza coreutica ed estetica, stili di danza diversi e le firme più autorevoli del balletto.
Oggi proponiamo le foto di un assolo che coinvolge profondamente per la sua forza drammatica ed espressiva. La talentuosa étoile russa Polina Semionova, principal guest artist del Teatro dell’Opera di Stato di Berlino, interpreta una coreografia di Mauro Bigonzetti, composta sulle musiche sacre dello “Stabat Mater” di Vivaldi.
Il pezzo si articola in particolare su due movimenti musicali, lo “stabat mater dolorosa ed il “quis est homo”.
La vibrante sensibilità dell’artista Semionova fornisce vita e spessore ad una coreografia drammatica le cui linee risuonano di intensa emotività, corde barocche che colpiscono l’immaginazione, con arditi virtuosismi ed effetti prospettici, tipici del genio di Mauro Bigonzetti, maestro incontrastato della coreografia contemporanea.
Polina Semionova è nata a mosca nel 1984. Dopo aver iniziato all’età di tre anni con il pattinaggio artistico assieme al fratello Dmitri, all’età di otto anni è ammessa, sempre insieme al fratello, alla scuola di ballo del teatro Bolshoi dove si diploma. A soli diciassette anni le viene offerto il ruolo di prima ballerina del corpo di ballo del Teatro dell’Opera di Stato di Berlino. Dal 2012 è prima ballerina all’American Ballet Theater, principal guest al Teatro Mikhailovsky di San Pietroburgo e al Bavarian State Ballet di Monaco.
Danzatrice di particolare bellezza e versatilità, porta in scena tutti i maggiori ruoli del balletto classico e neoclassico, mentre coreografi di fama internazionale hanno creato ruoli appositamente per lei.
E’ stata insignita di prestigiosi premi ed onorificenze, nel 2001 le è stata conferita la Medaglia d’Oro al Concorso Internazionale di Balletto di Mosca, nel 2002 il Primo Premio del Concorso di Balletto Vaganova di San Pietroburgo e il Premio Junior del Concorso Internazionale di Balletto di Nagoya, Giappone. Nel 2004 è stata insignita del Premio del pubblico di Berlino “Daphne”, nel 2005 del “Deutschen Kritikerpreis” e del “Deutschen Tanzpreis Zukunft”. Nel 2007 è stata nominata “Ballerina dell’anno” dalla rivista di balletto tedesca “Tanz” e ha ricevuto nel 2008 il “Premio Heinz Spoerli”. Nel 2014 le è stato conferito il premio più importante nel mondo del balletto, il “Benois de la Danse”. Nell’aprile 2017 è stata nominata “Berliner Kammertänzerin” dal Senato di Berlino. Nel 2013 Polina Semionova è stata nominata professore onorario più giovane alla Staatliche Ballettschule di Berlino.
Mauro Bigonzetti nasce a Roma, dove si diploma alla scuola del teatro dell’Opera ed entra a far parte del corpo di ballo. Nel 1982 entra a far parte dell’Aterballetto, collaborando con grandi coreografi (Alvin Ailey, Glen Tetley, William Forsythe, Jennifer Muller) ed interpretando balletti di George Balanchine e Léonide Massine.
Nella stagione 1992-1993 lascia l’Aterballetto e sviluppa la sua attività di coreografo stringendo un’intensa collaborazione con il Balletto di Toscana e collaborando con diverse compagnie internazionali.
Dal 1997 al 2007 è stato Direttore Artistico dell’Aterballetto, rinnovando la Compagnia e ricostruendone il repertorio; lasciata la direzione per dedicarsi maggiormente all’attività di coreografo per diverse realtà internazionali, ha mantenuto sino al 2012 la collaborazione con la Compagnia in qualità di coreografo residente.
Le più importanti collaborazioni al di fuori di Aterballetto sono state realizzate con le seguenti compagnie: English National Ballet, Stuttgarter Ballett, New York City Ballet, Ballet du Capitole di Tolosa, Gauthier Dance Theaterhaus Stuttgart, Alvin Ailey American Dance Theater, Corpo di Ballo del Teatro alla Scala, del Teatro dell’Opera di Roma e del Teatro di San Carlo di Napoli, Staatsballett Berlin, Semperoper di Dresda, Les Grands Ballets Canadiens, Ballet Argentino, Corpo di Ballo dell’Arena di Verona, Ballett Basel, Ballett der Staatsoper Hannover, Balè da Cidade de São Paulo, BalletNext e Ardani Artists di New York, Balletto del Bol’šoj, Culbenkian Ballet, Balletto di Toscana, Les Ballets Jazz Montreal, Pennsylvania Ballet, Dominic Walsh Dance Theater di Houston, Ballett Augsburg, The National Ballet of China, Ballet National de Marseille, Ballet de Santiago de Chile, Ballett Dortmund, Ballett Zürich, Ballet des Staatstheater Nürnberg, Swedish Royal Ballet, Balletto dell’Opera di Ankara, Balletto Nazionale di Belgrado, Estonian National Ballet, Companhia Nacional de Bailado del Portogallo, Teatro Cólon di Buenos Aires, Deutsche Oper Berlin,Wiener Staatsoper Ballett, Balletto dell’Opera di Praga.
Il primo lavoro da lui concepito per il Corpo di Ballo del Teatro alla Scala è stato Foreaction, su musica di Giuseppe Calì, nel 1993; due anni dopo ha curato la coreografia delle Streghe di Venezia, con libretto, scene e costumi di Beni Montresor e musica di Philip Glass, protagonista Carla Fracci. È poi tornato nel 2002, per Omaggio a Nino Rota, nato inizialmente come pas de deux e poi sviluppato con il Corpo di Ballo scaligero. Nel 2008 è stato chiamato a riallestire Mediterranea, uno dei suoi cavalli di battaglia per il Balletto di Toscana, portato anche in tournée dal Corpo di Ballo scaligero. A lui viene affidato il titolo inaugurale della Stagione di Balletto 2015-2016, Cinderella, nuova creazione sulla Cenerentola di Prokof’ev, per il Corpo di Ballo scaligero, l’étoile Roberto Bolle e l’artista ospite Polina Semionova. Nel 2016 è Direttore del Corpo di Ballo del Teatro alla Scala.
Paola Sarto
Foto di
Massimo Danza
Les Étoiles gala internazionale di danza a cura di Daniele Cipriani – Auditorium Parco della musica Roma 28 e 29 gennaio 2023
Anna Rose O’ Sullivan e Marcelino Sambé: pas de deux atto III “La bella addormentata”
A fine gennaio i romani sono tornati a rivedere le stelle del Gala internazionale di danza Les Étoiles a cura di Daniele Cipriani.
Grazia e temperamento per uno dei più romantici e trionfali passi a due, quello del III atto da “La bella addormentata”, la fiabesca coreografia di Marius Petipa sulle musiche di Piotr I. Ciaikovsky.
Gli interpreti sono due stelle del Royal Ballet di Londra, Anna Rose O’ Sullivan e Marcelino Sambé. Il palcoscenico è quello dello scintillante Gala Internazionale di Danza “Les Etoiles” di Daniele Cipriani, tornato a fine gennaio a Roma, all’Auditorium Parco della Musica, per la gioia del pubblico romano.
Molte le etoiles internazionali presenti con i più famosi balletti tratti dal repertorio classico, ma anche con pezzi contemporanei firmati da coreografi di fama.
Il balletto “La bella addormentata” è basato sulla nota favola di Perrault: la principessa Aurora, vittima di un maleficio che l’ha fatta cadere in un sonno perpetuo assieme a tutto il suo regno, viene risvegliata dal bacio di un principe, che con il suo amore spezza l’incantesimo, liberando la principessa assieme a tutta la corte. Nel terzo ed ultimo atto del balletto (qui nelle foto), i futuri sposi sono festeggiati alla reggia del Re e celebrano la loro unione danzando nel liberatorio e trionfante passo a due.
“La bella addormentata” è il secondo dei tre balletti di Piotr I. Ciaikovsky. Il libretto fu scritto dal direttore dei Teatri Imperiali di San Pietroburgo, Ivan Vsevoložskij, mentre la coreografia venne affidata a Marius Petipa. La prima rappresentazione avvenne il 15 gennaio 1890 presso il Teatro Mariinskij di San Pietroburgo, ed ebbe un immediato successo.
Les Étoiles gala internazionale di danza a cura di Daniele Cipriani, Auditorium Parco della musica 15, 16, 17 marzo 2024.
Rivediamo sempre con grande piacere un brano classico che suscita ogni volta grandi emozioni nel pubblico, interpretato da due stelle del balletto internazionale.
Giada Rossi (Compañía Nacional de Danza di Madrid) e Bakhtiyar Adamzhan (Opera di Astana) interpretano l’emozionante passo a due dal III atto di Spartacus, la celebre coreografia di Yuri Grigorovich orchestrata sulla incantevole musica di Aram Khachaturian.
Il palcoscenico è quello romano del Gala Les Étoiles organizzato da Daniele Cipriani, l’evento italiano più importante e significativo della danza che raduna ad ogni appuntamento i più grandi interpreti internazionali del balletto.
Tutti conosciamo la storia di Spartaco e degli schiavi ribelli nel 73 a.C., diventata nota anche grazie al film di Stanley Kubrick nel 1960 e interpretato da Kirk Douglas. Alla fine del film, sconfitta la rivolta, Crasso propone ai sopravvissuti dell’esercito degli schiavi ribelli – tra cui c’è anche Spartaco – di identificare (vivo o morto) il loro comandante, in cambio della loro vita – una vita che comunque dovranno trascorrere nuovamente in schiavitù.
Spartaco decide di consegnarsi, ma quando sta per alzarsi, tutti i suoi compagni fanno lo stesso, pronunciando ognuno la frase “Io Sono Spartaco!”.
Nelle mani di Yuri Grigorovich la storia della ribellione degli schiavi diventa l’allegoria di un popolo oppresso (quello sovietico) che lotta coraggiosamente per rovesciare una classe dirigente fascista e decadente. Creato nel 1968, lo Spartacus del Bolshoi è un’opera tipicamente sovietica, e tipicamente “del” Bolshoi, un luogo dove le dimensioni contano – non per niente il nome del teatro significa “grande” in russo. E come il Bolshoi, questo è un balletto di dimensioni straordinarie, a cominciare dall’esercito di ballerini necessari per un tale spettacolo, tutti identicamente e perfettamente addestrati per finire (ma solo metaforicamente) con la grandiosa musica di Aram Khachaturian.
La trama è semplice, come lo sono i quattro personaggi principali: il nobile, indomito gladiatore Spartacus, Frigia, la sua amata, bella e dal cuore puro, il folle Crasso, capo dell’esercito romano e la venale cortigiana Aegina. Gli uomini dominano il palco: schiavi e soldati che si muovono all’unisono, dritti come le loro spade, e poi Spartaco che affronta il console romano Crasso.
Più che in frasi liriche, la coreografia di Grigorovich si esprime in spettacolari tableau che utilizzano blocchi di ballerini e cortigiane illuminati da un chiaroscuro di sapore caravaggesco, che entrano ed escono dalla scena muovendosi in perfetto accordo.
Spartacus è un vero tour de force, non solo per i solisti, ed è una meravigliosa esibizione di potenza.
Ed è anche incredibilmente divertente e interessante: la narrativa tipicamente cinematografica infatti lo rende una sorta di film ‘danzante’ che alterna melodrammatici pas de deux che sfidano la gravità, come quello in cui Spatacus alza Phrygia con un solo braccio, il tutto unificato dalla straordinaria partitura di Khachaturian.
Bakhtiyar Adamzhan incarna perfettamente la possanza del personaggio, con le prodezze ed il vigore che gli sono propri, regalandoci insieme all’incantevole Giada Rossi un passo a due di grande effetto: poderosa fisicità accostata ad una tenera leggerezza, assecondano il genio di Grigorovich, in un trionfo dell’anima russa.
Paola Sarto
Foto: Massimo Danza
Rassegna sotto l’Angelo di Castello – Cortile di Alessandro VI
Eros | danza, musica, spettacolo – sabato 28 agosto 2021 Castel Sant’Angelo con Sergio Bernal, Giulio Plotino, Eleonora Albrecht e Augusta Giraldi.
Nel Cortile di Alessandro VI all’interno di Castel Sant’Angelo a Roma va in scena “Eros”, serata di danza, musica e parola. L’evento unico, a cura di Daniele Cipriani, inaugura la rassegna “sotto l’Angelo di Castello”, progetto culturale voluto dalla Direzione Musei Statali della Città di Roma, Mariastella Margozzi, con la cura e realizzazione di Anna Selvi.
Il ballerino SERGIO BERNAL ALONSO esplorerà il concetto del desiderio con la sua danza magnetica esibendosi in alcuni brani iconici, tra cui Il Cigno (mus. Saint Saë, cor.Ricardo Cue) e le sue coreografie Zapateado de Sarastase e il memorabile Zapateado (presentato a Les Étoiles 2020) indossando il costume disegnato per lui da Roberto Capucci.
I suoi movimenti saranno un alternarsi di leggerezza e soavità contrapposta alla fisicità dei suoi zapateados, danzando sulle note del violino di Giulio Plotino, musicista dalla carriera internazionale, che interpreterà anche altri celebri brani tra cui: pagine di Niccolò Paganini, Camille Saint- Säens, Biber. Plotino sarà accompagnato dai sublimi suoni dell’arpa di Augusta Giraldi.
All’attrice Eleonora Albrecht, saranno affidati testi e poesie intorno al tema dello spettacolo tratti da Gaio Valerio Catullo, Alda Merini, Jacques Prévert, e Saffo. Alla sua voce sono inoltre affidati i celebri versi della Sposa, dal Cantico dei Cantici di Salomone.
Ufficio Stampa Daniele Cipriani Entertainment
Spoleto, piazza del Duomo 28 agosto 2020
costumi originali di Roberto Capucci
a cura di Daniele Cipriani
Ufficio Stampa Simonetta Allder
Foto Massimo Danza
Coproduzione Spoleto63 Festival dei 2Mondi e Fondazione Teatro Carlo Felice di Genova
CONCERTO IN FORMA SCENICA
con l’Orchestra del Teatro Carlo Felice di Genova, direttore Andrea Battistoni
musica di Ludwig van Beethoven
Movimenti coreografici di Simona Bucci
danzatori: Hal Yamanouchi, Fabio Bacaloni, Davide Bastioni, Filippo Pieroni, Nico Gattullo, Marco Lo Presti, Roberto Lori, Luca Campanella, Giampiero Giarri, Raffaele Iorio, Antonio Cardelli, Flavio Marullo, Riccardo Battaglia, Damiano Ottavio Bigi, Luca Giaccio.
Grande successo al Festival di Spoleto per “Le Creature di Prometeo/Le Creature di Capucci”.
Venti minuti di applausi in Piazza Duomo a Spoleto, per la prima mondiale dello spettacolo.
Applausi calorosi in Piazza Duomo a Spoleto, per la prima mondiale de Le Creature di Prometeo/Le Creature di Capucci, cooproduzione tra Fondazione Teatro Carlo Felice di Genova e Festival dei 2Mondi, curata sapientemente da Daniele Cipriani e con la musica di Beethoven, eseguita dall’Orchestra del Teatro Carlo Felice, diretta dalla bacchetta del giovane ed apprezzato Andrea Battistoni che ha saputo interpretare tutte le nuances dell’unica partitura che il compositore tedesco scrisse per il balletto e la cui rarità di esecuzione omaggia il 250° anniversario della sua nascita.
Le proiezioni oniriche sulla facciata del Teatro Caio Melisso hanno esaltato i movimenti coreografici di Simona Bucci e la carica espressiva dei ballerini che li hanno eseguiti. Ma le ovazioni del pubblico si sono amplificate per il genio dello stilista-artista Roberto Capucci che, presente in platea, ha raccolto il riconoscimento estatico per i 15 costumi disegnati, le sue creature appunto, visioni di fantasie colorate realizzate dal team sartoriale guidato da Anna Biagiotti.
In platea molte personalità note, anche del mondo dello spettacolo, e molti gli entusiastici commenti raccolti.
“Creatività e bellezza, tante emozioni che ci ha dato il Maestro Roberto Capucci. Grande, Grande Capucci”, ha esclamato a caldo Vittoria Cappelli.
“Una festa della bellezza in una cornice sublime. Godimento estetico e musicale.” è stato il commento di Simona Marchini.
“Uno spettacolo emozionante e inaspettato. Capucci è un genio, un artista unico al mondo!” le ha fatto eco Sandra Carraro.
Sul versante danza, Vladimir Derevianko, già primo ballerino del Bolshoi di Mosca si è dilungato di più, com’è nel suo stile riflessivo, ed ha detto: “È stato uno spettacolo veramente originale che ha il grande pregio di aver dato vita alle creazioni di Roberto Capucci. Daniele Cipriani ha avuto il merito di mettere insieme, soprattutto in un momento così difficile per l’arte ed il teatro in generale, una serata dove musica, danza e immagini si sposano perfettamente con la raffinata fantasia dei costumi del grande Capucci e la musica del genio musicale Beethoven. Magistrale la direzione dell’Orchestra del Carlo Felice”.
Poetico invece il commento del coreografo Micha van Hoecke: “Dalla musica di Beethoven nasce il defilé fantasmagorico vestito dal grande mago Roberto Capucci. Colori straordinari si sono mescolati in una regia piena di sorprese. Queste creature danzanti in quella cornice di Piazza del Duomo mi hanno incantato.”
Ha riassunto il pensiero di tutti il Sovrintendente Claudio Orazi del Teatro Carlo Felice di Genova che ha reso possibile la realizzazione di questo progetto ambizioso. “Rivolgo il più vivo ringraziamento al Festival dei 2Mondi di Spoleto nella persona di Giorgio Ferrara e a Daniele Cipriani che ne ha curato la realizzazione ed il coordinamento artistico. Orgoglioso dell’ Orchestra del Teatro Carlo Felice e parimenti di tutto il personale artistico, tecnico ed amministrativo coinvolto. Le Creature di Prometeo/Le Creature di Capucci è stato uno spettacolo concepito per palcoscenici come quello di Nervi, dove ha debuttato in anteprima nazionale, e di Spoleto, non a caso il più blasonato festival internazionale, capaci di portare il mondo nella creatività italiana. Formulo l’auspicio che questa produzione, dai luoghi di interesse storico-artistico e ambientale italiani, possa essere rappresentata nel futuro, in tournée nazionali ed internazionali.”
Coreografia di Mvula Sungani –
Gran Gala Il cigno nero – Piazza del Duomo L’Aquila 4 agosto 2022
La Mvula Sungani Physical Dance in scena al Gran Gala Il Cigno Nero, lo spettacolo curato da Daniele Cipriani per il Festival di danza “I cento passi”, acclamato evento dell’estate aquilana 2022.
E’ sempre emozionante assistere alle performances della Mvula Sungani Physical Dance; una compagnia di danza che si definisce “…eclettica, di estrazione contemporanea, dalla personalissima tecnica in cui solide basi classiche si uniscono alla ricerca contemporanea per sublimarsi nelle tecniche circensi”.
Nel suo organico la compagnia vanta la presenza stabile dell’étoile Emanuela Bianchini, qui nelle foto assieme al primo ballerino Damiano Grifoni in “Black Swan”, una coreografia di Mvula Sungani.
Il contesto è quello del “Gran Gala Il Cigno Nero”, uno spettacolo realizzato a L’Aquila questa estate dall’impresario di danza Daniele Cipriani sul palcoscenico del Festival di danza “i cento passi”, con la direzione artistica di Loredana Errico e Amalia Salzano del Centro Studi L’Aquila Danza – Teatro dei 99.
Cosi Mvula Sungani, regista, coreografo e autore, teatrale e televisivo, scrive della sua coreografia “Black swan”:
“…ho voluto presentare e rappresentare un Black Swan (Cigno Nero) che indaga l’aspetto psicologico dei due personaggi (in realtà uno) del noto balletto classico. Ho voluto creare una fusione armonica di due anime (donna – uomo) che abitano lo stesso corpo, e che, durante la coreografia, tentano di emergere distintamente ma che poi, inevitabilmente, tornano ad essere serenamente un unica cosa. Per me non c’è differenza tra il cigno bianco e il cigno nero, come penso che non esistono diversità tra le persone. Generalmente le differenze sono create dal contesto e dai comportamenti di chi lo vive”.
La fusione di due anime in un corpo è una sintesi dinamica, che si realizza anche tramite il contrasto o il prevalere temporaneo di un elemento sull’altro, attraverso i segreti dello spazio e del tempo: l’arte di questi straordinari danzatori ne regala la magica esperienza attraverso immagini plastiche e viventi, sfidando la gravità alla ricerca di un equilibrio perfetto.
L’incanto della danza si ripete ancora una volta, quando è l’arte ad esprimersi attraverso di essa.
Paola Sarto
Foto Massimo Danza
Le corsaire pas de deux II atto coreografia Marius Petipa
Les Étoiles Gala internazionale di danza a cura di Daniele Cipriani
Auditorium Conciliazione 23 e 24 gennaio 2016
Le due giovani stelle dell’Hamburg Ballet nel passo a due “Black”, tratto dal capolavoro coreografico di John Neumeier “La dame aux camélias”.
Nel corso dei nostri reportage fotografici conosciamo gli interpreti più interessanti del panorama artistico internazionale attraverso gli innumerevoli spettacoli di danza di cui sono i protagonisti.
Spesso teniamo d’occhio alcuni danzatori in particolare, che ci catturano per la loro straordinaria capacità espressiva, generosamente restituita dal mezzo fotografico. Ne seguiamo gli sviluppi e quando torniamo a rivederli in scena è come se ritrovassimo un percorso estetico iniziato insieme, sviluppandolo, nel comune intento di ampliare e restituire a chi guarda il sentimento del “bello”.
E’ questo il caso di due danzatori che abbiamo avuto il piacere di rivedere assieme sul palcoscenico di Les Étoiles, il gala internazionale di danza diretto da Daniele Cipriani.
Parliamo di Madoka Sugai e Alessandro Frola, le due giovani stelle dell’Hamburg Ballet, che hanno danzato il passo a due “Black” tratto da “La dame aux camélias” di John Neumeier sulle note della Ballade no.1 in G minor op. 23 di Frédéric Chopin.
Li avevamo già incontrati in un altro delicato e poetico duetto di John Neumeier, “Spring and Fall”, di cui vi abbiamo scritto nello scorso dicembre. In quella occasione Alessandro ci aveva rilasciato una intervista, dove ci confidava un sogno che avrebbe tanto voluto si realizzasse, ovvero interpretare Armand della Dama delle Camelie.
( https://www.lfmagazine.it/component/content/article/889-spring-and-fall-intervista-al-danzatore-alessandro-frola.html?catid=116&Itemid=1507 ).
Ebbene oggi torniamo a scrivere di loro proprio per il passo a due tratto da questa coreografia di John Neumeier che Alessandro ha splendidamente interpretato assieme a Madoka Sugai sul prestigioso palcoscenico italiano dell’Auditorium parco della musica Ennio Morricone, durante il Gala Les Étoiles dello scorso marzo, in compagnia delle più grandi stelle internazionali del balletto.
L’opera di John Neumeier “La dame aux camélias” è un capolavoro della coreografia contemporanea, creato nel 1978 a Stoccarda per l’étoile Marcia Haydée, allora anche direttrice della compagnia – ed Egon Madsen.
E’ liberamente tratta dal romanzo di Alexandre Dumas figlio, edito nel 1848, ove si narra della tragica storia d’amore tra la cortigiana Margherita Gautier, malata di tisi e mantenuta agli agi di una corrotta mondanità parigina, ed il giovane di belle speranze Armando Duval, geloso e vendicativo.
L’amore che attraversa sventura e morte per affrancarsi dalle proprie debolezze è il tema affascinante che avvince qualsiasi pubblico: dal romanzo sono infatti scaturite numerose opere teatrali, cinematografiche e balletti, nonché la celebre “Traviata” di Giuseppe Verdi.
John Neumeier, maestro del balletto drammatico, unisce il genio coreografico alla abilità registica e narrativa, sviluppa i suoi personaggi con particolare attenzione agli aspetti psicologici, i suoi interpreti mostrano sensibili e spiccate doti attoriali, con una personale elaborazione delle emozioni.
Madoka e Alessandro in questo impetuoso passo a due ci regalano un incredibile pathos espressivo e la bellezza di una tecnica straordinaria, ci restituiscono tragicità e verità di un amore disperato, sostenuti dalle struggenti note della ballata chopiniana.
Non c’è tregua, ci lasciano senza respiro fino alla fine, e alla conclusione del pezzo ci ritroviamo stupiti, come catapultati d’improvviso nel presente alla fine di un viaggio nel tempo, dopo aver incontrato i “veri” Marguerite ed Armand: potere dell’arte!
Paola Sarto
Foto Massimo Danza
Coreografia Johan Inger – Produzione Fondazione Nazionale della Danza / Aterballetto – Teatro Olimpico Roma 7 novembre 2021
Una creazione del coreografo svedese Johan Inger prodotta dalla Fondazione Nazionale della Danza / Aterballetto di Reggio Emilia per sedici danzatori della compagnia Aterballetto.
Nelle foto di Massimo Danza rivediamo alcuni momenti dello spettacolo “Don Juan”, una coreografia di Johan Inger per la compagnia ATERBALLETTO, svoltosi al teatro Olimpico di Roma lo scorso anno per la stagione della Accademia Filarmonica Romana https://www.youtube.com/watch?v=f6LVs-iHWzo .
“La coreografia nasce dal desiderio di Inger di confrontarsi con Don Giovanni, mito paradigmatico antico e ancora contemporaneo. La commedia originale di Tirso de Molina, Molière, Bertold Brecht e l’opera teatrale di Suzanne Lilar sono solo alcune delle fonti d’ispirazione: Inger e il drammaturgo Gregor Acuña-Pohl hanno consultato venticinque testi ispirati al personaggio. Nella coreografia troviamo tutti i personaggi della storia, da Donna Elvira a Donna Anna a Zerlina e Masetto. Il Don Juan può essere considerato un Kammerspiel, capace di sottolineare sfumature ed emozioni: e nel caso di questa creazione la danza diviene lente d’ingrandimento dei singoli caratteri, e svela in modo sottile ma evidente il mondo interiore degli uomini e delle donne in scena.
Ancor più importante è la connessione con la contemporaneità, disegnando un mondo abitato da un personaggio che attraversa il percorso della propria solitudine senza sfuggire a quella superficialità che sembra caratterizzare i nostri giorni. E sullo sfondo si illuminano temi rilevanti, tra i quali la complessità del dialogo tra generi. Inger interpreta in modo originale soprattutto Leporello e il Commendatore. Leporello non è più il servitore di Don Giovanni, ma rappresenta l’altro aspetto della sua persona mettendo in scena la dicotomia libertà / senso di colpa, esaltata dal disegno luci di Fabiana Piccioli. Attraverso una lettura innovativa psicoanalitica, viene riscritta la relazione di Don Giovanni con il Commendatore; quest’ultimo è sostituito dall’introduzione di una “Madre”. E Don Giovanni diviene un essere umano che probabilmente ha subìto il grande trauma dell’abbandono materno. Ed è quella la figura che incombe sul protagonista. In ogni incontro con l’altro il serial lover cerca la madre e per questo non può impegnarsi in nessuna relazione”.
La Fondazione Nazionale della Danza nasce nel 2003 con soci fondatori la Regione Emilia-Romagna e il Comune di Reggio Emilia, svolgendo la sua attività principale di produzione e distribuzione di spettacoli di danza con il marchio ATERBALLETTO, la principale compagnia in Italia e la prima realtà stabile al di fuori delle Fondazioni Liriche. Nata nel 1977 come Compagnia di Balletto dei Teatri dell’Emilia – Romagna, dal 1979 ha assunto la denominazione di Aterballetto. Grazie ai suoi danzatori solisti in grado di affrontare tutti gli stili, Aterballetto nel corso della sua storia ha goduto di ampi riconoscimenti sia in Italia sia all’estero.
Accanto alla sua attività principale di produzione e distribuzione di spettacoli di danza – sviluppata con il marchio Aterballetto – la Fondazione Nazionale della Danza si sta aprendo a una rinnovata dinamica progettuale. Sul piano artistico, alle produzioni con alcuni tra i coreografi più importanti del panorama internazionale si affianca l’attenzione per stili differenti e giovani generazioni. Inoltre la Fondazione intende stimolare in Italia la diffusione di una cultura della danza a 360°, e per questo produce in partnership con enti pubblici o privati, provenienti da orizzonti disciplinari diversi e senza trascurare la vocazione sociale e formativa. Site-specific, produzioni su commissione, spettacoli dedicati al mondo della fragilità o ai bambini, vr experience contribuiscono al nuovo repertorio in costruzione.
Johan Inger. Lo svedese Johan Inger (Stoccolma, 1967) è entrato a far parte del Nederlands Dans Theater 1 nel 1990 ed è stato un ballerino di alto profilo della compagnia fino al 2002.
Il suo debutto come coreografo (1995), sempre per il Nederlands Dans Theater, è stato sin da subito promettente con un riconoscimento immediato: per i suoi balletti Dream Play e Walking Mad ha ricevuto nell’ottobre 2001 il Lucas Hoving Production Award. Walking Mad ha ricevuto in seguito anche il Premio Danza & Danza 2005.
Johan ha lasciato il Nederlands Dans Theater per assumere la direzione artistica del Cullberg Ballet di Stoccolma nel 2003, dove ha creato numerose opere.
Dal 2008, Johan lavora come coreografo freelance e crea per molte compagnie in tutto il mondo come GoteborgsOperan, Ballet Basel, Swedish National Ballet, Compañía Nacional de Danza, Aterballetto, Lyon Opera Ballet, Les Ballets de Monte Carlo e naturalmente Nederlands Dans Theater, ricoprendo il ruolo di coreografo associato dal 2009 al 2016.
Tra il 2016 e il 2020, Johan ha coreografato (tra l’altro) le proprie versioni dei brani narrativi Petrushka, e come serate complete Carmen e Peer Gynt.
Nel 2016 è stato premiato con il Premio Benois de la Danse per la sua Carmen (CND- Madrid), con il pezzo One on One (NDT2) e con il premio Danza & Danza per il suo pezzo Bliss (Aterballetto).
Di Inger Aterballetto ha in repertorio Rain Dogs, Birdland e Bliss che insieme compongono la serata Golden Days.
Fonti:
Ufficio stampa Accademia Filarmonica Romana – Sara Ciccarelli
Ufficio stampa Fondazione Nazionale della Danza/Aterballetto – Stefania Catellani
Paola Sarto
Foto Massimo Danza
Gala internazionale di danza a cura di Daniele Cipriani – Auditorium Parco della Musica Roma, 15, 16, 17 marzo 2024
pas de deux II atto Giselle
coreografia Patricia Ruanne (da Coralli- Perrot)
Les Étoiles Gala internazionale di danza a cura di Daniele Cipriani
Auditorium Conciliazione 23 e 24 gennaio 2016
La prestigiosa nomina alla direzione dell’accademia nazionale statale di coreografia di Mosca; mi fa ricordare quanto accadde…
Il 21 dicembre del 2015, ci fu un evento, organizzato da Daniele Cipriani, che scosse il mondo della danza e della cultura italiana: l’unico appuntamento Italiano dello spettacolo di Svetlana Zakharova:“Pas de deux for toes and fingers”, con musica, dal vivo, eseguita dal marito.
Era talmente difficile ottenere l’accredito che neanche l’avevo chiesto. Rimasi completamente basito a leggere la lettera dell’ufficio stampa, Simonetta Allder, che mi dava accesso allo spettacolo. Furono proprio lo stesso Daniele Cipriani e la press agent a favorirmi per il pass. E di questo ancora li ringrazio.
Evitai di soffermarmi, con i pensieri, sul dato di fatto che quell’evento straordinario lo avremmo immortalato in pochissimi: 4 o 5 in tutta Italia.
Io mi ricordo solo di due giganti della fotografia coreutica accanto a me: Jack Devant, il fotografo del Bolshoi, alla mia destra; Pierluigi Abbondanza, fotografo personale della Zakharova alla mia sinistra.
Come dimenticarsi quel senso di confusa vertigine al mio affacciarmi dal punto stampa, e vedere, durante le prove, questa Dea, roteare la gamba a 180 gradi, mentre amabilmente chiacchierava con gli altri danzatori.
Notai l’estrema semplicità dell’Étoile che partecipava alla “classe”, prima dello spettacolo, assieme a tutti gli altri.
Ero teso per quello che poteva accadere: avevo paura che la mia macchina fotografica, scattando, malgrado tutte le coperture da me applicate, potesse fare comunque troppo rumore. Avevo passato tutto il giorno prima ad organizzare sciarpe e coperte da mettere attorno a macchina ed obiettivo; oltre al tecnico “blinck” un silenziatore di scatto in commercio, usato sopratutto per la caccia fotografica. Le ultime prove le avevo fatte in piena notte per avere il massimo rimbombo possibile, e quindi verificare il reale attutimento del rumore.
Mi presentai, avvolgendo la macchina con il blinck, due sciarpe e una trapunta appositamente acquistata che mi avrebbe completamente avvolto.
Pierluigi Abbondanza, invece, avendo una macchina fotografica notoriamente molto più silenziosa della mia, aveva avvolto la macchinetta con una semplice giacca.
Jack Devant, si presentò con una macchinetta molto “misera e piccola”, dall’aspetto “amatoriale” oserei dire, e senza nessuna protezione per il rumore.
Onestamente pensai che data la sua “posizione” di prestigio a lui non avrebbero mai potuto dire nulla.
Fino all’attimo prima dell’inizio, cercai di dissimulare tutta la paura di “sbagliare” l’esposizione; di perdere tutti i momenti buoni; di non aver silenziato abbastanza la fotocamera e, quindi, venir cacciato per le lamentele del pubblico.
Sentivo parlare un po’ in tutte le lingue, e questo mi confondeva ancora di più. Dietro di me sentivo una lingua slava, davanti spagnola, entrando avevo sentito inglesi e francesi: tutte persone che hanno l’abitudine di attraversare il mondo per vedere i loro beniamini danzare.
Stavo male, avevo la febbre a 39,5.
Spente le luci, alle prime note, apparve Lei, la divina, sulle punte, dal buio, come per magia.
Ricordo come, a quell’apparizione, sia crollato il teatro per gli applausi. E questo mi scatenò totalmente.
Il sistema zonale di Ansel Adams, bibbia per ogni fotografo che si rispetti, cominciò a schizzare in ogni dove nel cervello per “dominare” l’esposizione; il pollice impazzì sul joystick del corpo macchina per inseguire il fuoco sul soggetto: persi ogni timore, crollò ogni paura.
Entrai dentro la coreografia: “danzavo” con la Zakharova.
Fu un’esperienza totalizzante.
Alla fine del primo atto crollai emotivamente, e mi misi a piangere a dirotto. Abbondanza mi si avvicinò e cingendomi la spalla mi sussurrò: “La Zakharova lo fa! Commuove, tranquillo è normale”.
A quel punto notammo che la macchinetta di Devant non aveva fatto alcun rumore, eppure le foto le aveva fatte, le vedevamo.
Quella macchinetta da “dilettante” “piccola” e “misera”, era la prima mirrorless professionale, data in prova prima di essere messa in commercio: fotocamera, appunto, senza specchio, in grado di scattare con otturatore elettronico, e non meccanico. La storia della fotografia stava cambiando.
Esausto alla fine dello spettacolo, mi raggiunse mia moglie Paola per dirmi: “La Zakharova vuole vedere le foto domattina alle 9.00, perché dopo va dal fisioterapista; le ho detto di sì”.
Era l’una passata, dovevamo tornare ad Anzio, saremmo arrivati alle 2,30 circa; scegliere le foto, e ripartire alle 7.00 per essere puntuali con il traffico alle 9.00…. Avevo anche la febbre a 39,50….
“Mi vuoi morto?”
Eppure alle 8.55 ero seduto nel salottino, che l’albergo ci aveva messo a disposizione, pronto per la scelta delle immagini.
Alle nove in punto Lei entrò nella stanza.
Il mio lavoro fu un successo, le piacque tantissimo. Questa galleria d’immagini è il risultato delle fotografie scelte dalla stessa Svletana Zakharova.
Svetlana Zakharova e Vadim Repin
“Pas de deux for toes and fingers”
Gala di danza/concerto – “Rassegna Tersicore” direzione artistica Daniele Cipriani
21-22 dicembre 2015, Auditorium della Conciliazione – Roma
Danzano:
Svetlana Zakharova
Johan Kobborg
Mikhail Lobukhin
Vjaceslav Lopatin
Vladimir Varnava
Vadim Repin violino
Anton Barakovskij assistente e primo violino
Orchestra giovanile Luigi Cherubini
La nuova opera di Luisa Signorelli fonde la narrazione di quanto accade oggi nel mondo con l’eterna ricerca del bene da parte dell’uomo, e di un futuro che possa appagarlo.
Da novembre è in scena #21GRADI, la nuova opera coreografica di Luisa Signorelli, danzatrice, coreografa e direttrice artistica della compagnia Ballet-ex. Gli interpreti sono i sei danzatori della compagnia, Antonio Affortunato, Alessandro Pastore, Giuseppe Ranieri, Klaudio Ujka, Armand Zazani e la stessa Luisa Signorelli.
Luisa Signorelli in una recente intervista spiega la genesi e l’ispirazione di questa nuova opera: “#21GRADI rappresenta una demarcazione rispetto ai lavori post pandemici di Ballet-ex, “Destinazione anno zero” e “Cosi sia”. Come creatrice allora mi ero rivolta di più all’interno del mio sentire, del mio io, avevo cercato di dar voce ai sentimenti che erano maturati sia nell’arco della pandemia che successivamente, e che costituivano una testimonianza estremamente personale.
Con #21gradi allarghiamo invece il campo, perché parliamo di quello che sta succedendo oggi nel mondo: parliamo di guerre, di fuga, dell’uomo che è sempre alla ricerca di qualche cosa, del suo futuro, in bilico tra varie situazioni, c’è sempre questo elemento di disorientamento e di ricerca di una realtà che possa appagarlo, farlo stare meglio: è questa l’ispirazione profonda della creazione”.
La coreografia si snoda lungo un percorso epico, un racconto simbolico di grande suggestione, che si avvale di una scenografia particolare fatta di video, immagini ma anche frasi, che introducono lo spettatore nel significato dello spettacolo. E’ supportata da una musica evocativa, ricca di strumenti che accompagnano anche la gestualità e l’espressività dei danzatori.
Una trovata scenica di grande effetto è data dalle riprese che scorrono sul fondo e nelle quali gli stessi danzatori interpretano, in luoghi differenti, le medesime coreografie che stanno eseguendo dal vivo sul palcoscenico. Lo spettatore ha dunque l’impressione che il danzatore si trovi al centro di un gioco di specchi che lo riproduce all’infinito, che lo traspone simultaneamente in luoghi e tempi diversi, un labirinto che gli impone la ricerca della sua vera identità, ma anche della sua perfezione, del suo equilibrio.
Il numero 21 ricorre sempre nello spettacolo, è un numero simbolico, rappresenta il coraggio, la sapienza. Nello spettacolo è celebrato proprio il coraggio di vivere le situazioni, di aiutare gli altri, di fronteggiare la realtà con equilibrio, ma sempre in maniera dinamica e consapevole, con orgoglio ed energia.
Dopo un prologo solenne, come emergenti da una nebulosa primordiale ed avviluppati tra di loro, i personaggi lentamente prendono vita e si sciolgono da legami atavici. L’alba di un nuovo giorno di guerra li sorprende in bilico, si prendono, si lasciano, c’è un intermezzo, si riprende fiato, e poi la fuga, in guerra non ci sono vincitori.
Man mano lo spettacolo acquista ritmo, energia, dinamismo, i danzatori danno il meglio di sé, sia da un punto di vista tecnico, che virtuosistico, che artistico, in una perfetta coralità.
Alcune scene di disputa sono sottolineate dalle percussioni, il video ci restituisce immagini di una battaglia lungo il fiume, riaffiorano rappresentazioni archetipiche della nascita dal sangue di antiche civiltà.
Poi arriva un lirico passo a due, elemento catartico dell’opera: mentre gli altri personaggi cadono e si allontanano come foglie trascinate via dal vento, ne rimangono solo due, un confronto finale dove si ritrova il valore umano fondante di ogni rapporto: “Tutto si stringe e si conferma, si copre e si fonde e cosi si trasforma nel tratto percettibile, materiale e solido del disegno dei giorni della vita di un uomo”.
L’epilogo finale vede scorrere dietro i danzatori il video della stessa danza in sala prove: coraggio e saggezza esigono il continuo esercizio, il vivere non si improvvisa se si ricerca uno star bene che sia sapiente, e virtuoso.
L’alternarsi di danza a pensieri, immagini, forme in continuo divenire, evocano nello spettatore una “contro- immagine” cosmica di quanto avviene sulla terra tra gli uomini, donando un’atmosfera mitica all’intera narrazione, nella sintesi viva di un contenuto che intende dare forza, e gioia per la danza e l’arte in generale.
Coreografia: Micha van Hoecke
Danzatori: Raffaele Paganini, Compagnia Daniele Cipriani.
Musiche: Pink Floyd
Orchestra: Pink Floyd Legend
Due parole per una delle produzioni capolavoro di Daniele Cipriani in collaborazione con Menti Associate. Il compianto coreografo internazionale Micha van Hoecke ha coreografato, per Cipriani e la sua compagnia “Compagnia Daniele Cipriani”, già “Corpo di ballo Daniele Cipriani Entertainment”, “Moon” “La luna in noi”, su musiche dei Pink Floyd eseguite dal vivo dalla band “Pink Floyd Legend”. Il maestro ha fatto in tempo a vedere realizzata la sua creazione la prima ed ultima volta, quando fu messa in scena al teatro Olimpico a Roma proprio la data del famoso lockdown, decreto emanato dal governo Italiano, per cercare di arginare il diffondersi della variante mortale del covid. Fu grazie all’intuizione del direttore del teatro che fu possibile andare in scena giocando sul fatto che il decreto ancora non era apparso sulla gazzetta ufficiale. E quindi quella sera ci fu la prima dello spettacolo ugualmente. Il maestro morì dopo pochi mesi, e alla fine dell’embargo, Daniele Cipriani ha replicato lo spettacolo in memoria del celebre artista, con la super visione della moglie. Gli scatti di massimo Danza si riferiscono proprio a questa replica postuma, ed acquistano particolare valore rispetto all’accaduto. Guest star Raffaele Paganini.
Marianna Suriano e Giacomo Castellana nel pas de deux “il Cigno Bianco” da Il Lago dei Cigni, coreografia Lev Ivanov.
“Gran Gala del Cigno Nero” a cura di Daniele Cipriani
L’Aquila 4 agosto 2022
Festival di danza “i cento passi”organizzato dal teatro dei 99 con la direzione artistica di Loredana Errico ed Amalia Salzano.
Ana Sophia Scheller danza “La morte del cigno”, coreografia di Michel Fokine
“Gran Gala del Cigno Nero” a cura di Daniele Cipriani
L’Aquila 4 agosto 2022
Festival di danza “i cento passi”, organizzato dal teatro dei 99 con la direzione artistica di Loredana Errico ed Amalia Salzano.
foto Massimo Danza
Spartacus coreografia di Azari Plisetsky – Les Étoiles gala internazionale di danza a cura di Daniele Cipriani. Auditorium parco della musica Roma 30 – 31 gennaio 2022
L’atletica e scattante fisicità di Luis Valle e la leggiadra flessuosità di Ana Sophia Scheller incantano il pubblico nella versione coreografica di Azari Plisetsky del mito immortale del gladiatore Spartaco, eroe per la libertà, e del suo amore struggente per Flavia.
Un passo a due intenso e drammatico, quello di Spartaco e Flavia, che sugella un amore dal finale tragico, nella appassionata interpretazione resa da Luis Valle ed Ana Sophia Scheller della coreografia di Azari Plisetsky per il pubblico di Les Etoiles, il Gala internazionale di danza organizzato da Daniele Cipriani.
Le prodezze ed il vigore di Luis Valle, accostati alla leggiadra flessuosità della Scheller, volano sulle note indimenticabili della musica di Aram Il’yich Khachaturian, e fanno rivivere nell’immaginario dello spettatore il mito immortale di Spartaco, eroe per la libertà, e del suo amore struggente per Flavia.
Paola Sarto
Foto Massimo Danza
Nell’incantevole cornice del Vallo Latino Volsco ad Anzio, l’Etoile Giuseppe Picone con la prima ballerina del teatro dell’Opera di Roma, Marianna Suriano, rende omaggio a Carla Fracci. Direzione artistica Simona Crivellone, Anzio 23 agosto 2021
La rose malade – Coreografia Roland Petit
Eleonora Abbagnato con le stelle italiane nel mondo. Gala internazionale di danza a cura di Daniele Cipriani – Spoleto 62mo Festival dei 2Mondi, piazza del Duomo 30 giugno 2019 – Spoleto
Nuit blanche coreografia: Sébastien Bertaud
Eleonora Abbagnato con le stelle italiane nel mondo.
Gala internazionale di danza a cura di Daniele Cipriani – Spoleto 62mo Festival dei 2Mondi, piazza del Duomo 30 giugno 2019 – Spoleto
Les Étoiles Gala Internazionale di Danza a cura di Daniele Cipriani Auditorium Parco della Musica 20 e 21 gennaio 2019
Foto Massimo Danza
“Romeo e Giulietta” (scena del balcone) coreografia Leonid Lavrovsky
“Grand pas classique” coreografia Victor Gsovsky
Les Étoiles Gala Internazionale di Danza a cura di Daniele Cipriani Auditorium Parco della Musica 20 e 21 gennaio 2019
Foto Massimo Danza
“La figlia del Faraone” pas de deux coreografia Pierre Lacotte
Les Étoiles Gala Internazionale di Danza a cura di Daniele Cipriani Auditorium Parco della Musica 20 e 21 gennaio 2019
Foto Massimo Danza
“Don Chisciotte” pas de deux II atto coreografia Marius Petipa
Les Étoiles Gala Internazionale di Danza a cura di Daniele Cipriani Auditorium Parco della Musica 20 e 21 gennaio 2019
Foto Massimo Danza
“Diana e Atteone” pas de deux coreografia Agrippina Vaganova
Les Étoiles Gala Internazionale di Danza a cura di Daniele Cipriani Auditorium Parco della Musica 20 e 21 gennaio 2019
Foto Massimo Danza
“Zapateado de sarasate” coreografia Antonio Ruiz Soler
“Il cigno” coreografia di Ricardo Cue
Les Étoiles Gala Internazionale di Danza a cura di Daniele Cipriani Auditorium Parco della Musica 20 e 21 gennaio 2019
Foto Massimo Danza
“Cello duet” coreografia Nacho Duato
Les Étoiles Gala Internazionale di Danza a cura di Daniele Cipriani Auditorium Parco della Musica 20 e 21 gennaio 2019
Foto Massimo Danza
“La morte del cigno” coreografia Mikhail Fokine
Les Étoiles Gala Internazionale di Danza a cura di Daniele Cipriani Auditorium Parco della Musica 20 e 21 gennaio 2019
Foto Massimo Danza
“Le jeune homme et la mort” coreografia Roland Petit ripresa da Luigi Bonino
“Sylvia” coreografia Frederick Ashton
Foto Massimo Danza
Les Étoiles Gala Internazionale di Danza a cura di Daniele Cipriani Auditorium Parco della Musica 20 e 21 gennaio 2019
“Le corsaire” coreografia Marius Petipa
Les Étoiles Gala Internazionale di Danza a cura di Daniele Cipriani Auditorium Parco della Musica 20 e 21 gennaio 2019
Foto Massimo Danza
“Nureyev” pas de deux “Nureyev e Fonteyn” coreografia Yuri Possokhov
Tributo a Rudolf Nureyev, gala internazionale di danza a cura di Daniele Cipriani, Teatro Romano di Spoleto 28 luglio 2018
Foto Massimo Danza
“Don Chisciotte” pas de deux III atto, coreografia Marius Petipa
Tributo a Rudolf Nureyev, gala internazionale di danza a cura di Daniele Cipriani, Teatro Romano di Spoleto 28 luglio 2018
Foto Massimo Danza
“Apollo” coreografia George Balanchine
Tributo a Rudolf Nureyev, gala internazionale di danza a cura di Daniele Cipriani, Teatro Romano di Spoleto 28 luglio 2018
Foto Massimo Danza
“Le jeune homme et la mort” coreografia Roland Petit ripresa da Luigi Bonino
Le prove con Luigi Bonino
Tributo a Rudolf Nureyev, gala internazionale di danza a cura di Daniele Cipriani, Teatro Romano di Spoleto 28 luglio 2018
Foto Massimo Danza
“Le corsaire” pas de deux II atto coreografia Marius Petipa
“Il lago dei cigni” pas de deux del cigno bianco, II atto coreografia Lev Ivanov, Rudolf Nureyev
Tributo a Rudolf Nureyev, gala internazionale di danza a cura di Daniele Cipriani, Teatro Romano di Spoleto 28 luglio 2018
Foto Massimo Danza
“Le chant du compagnon errant” coreografia Maurice Béjart
Tributo a Rudolf Nureyev, gala internazionale di danza a cura di Daniele Cipriani, Teatro Romano di Spoleto 28 luglio 2018
Foto Massimo Danza
“Marguerite and Armand” coreografia Frederick Ashton
Les Étoiles Gala Internazionale di Danza a cura di Daniele Cipriani – Teatro La Fenice, Venezia 21 e 22 luglio 2018
Foto Massimo Danza
“Spartacus” pas de deux coreografia Jurij Grigorovic
“Le corsaire” pas de deux atto II coreografia Marius Petipa
Les Étoiles Gala Internazionale di Danza a cura di Daniele Cipriani – Teatro La Fenice Venezia 21 e 22 luglio 2018
Foto Massimo Danza
“Spiral Twist” coreografia Russel Maliphant
Les Étoiles Gala Internazionale di Danza a cura di Daniele Cipriani, Teatro La Fenice, Venezia 21 e 22 luglio 2018
“Les Bourgeois” coreografia Ben Van Cawenbergh
Les Étoiles Gala Internazionale di Danza a cura di Daniele Cipriani, Teatro La Fenice, Venezia 21 e 22 luglio 2018
Foto Massimo Danza
“Don Chisciotte” pas de deux atto III coreografia Marius Petipa
Les Étoiles Gala Internazionale di Danza a cura di Daniele Cipriani, Teatro La Fenice Venezia 21 e 22 luglio 2018
“Don Giovanni” coreografia John Neumeier
Les Étoiles Gala Internazionale di Danza a cura di Daniele Cipriani – Teatro La Fenice, Venezia 21 e 22 luglio 2018
Foto Massimo Danza
“La bella addormentata” pas de deux atto III coreografia Marius Petipa
“Il Lago dei cigni” pas de deux atto III detto del cigno nero coreografia M.Petipa
Les Étoiles Gala Internazionale di Danza a cura di Daniele Cipriani – Teatro La Fenice, Venezia 21 e 22 luglio 2018
Foto Massimo Danza
“Adagietto” coreografia John Neumeier
Les Étoiles Gala Internazionale di Danza a cura di Daniele Cipriani – Teatro La Fenice, Venezia 21 e 22 luglio 2018
Foto Massimo Danza
“Farruca del molinero” coreografia Antonio Ruiz Soler
“Il cigno” coreografia Ricardo Cue
Produzione: Daniele Cipriani Entertainment
Corpo di ballo della Daniele Cipriani Entertainment
Coreografia: Mauro Bigonzetti
Museo Giacomo Manzù – Ardea 13 luglio 2018 a cura di Daniele Cipriani Entertainment
coreografia: Amedeo Amodio – voce: Vanessa Gravina – danzatori: Susanna Elviretti Umberto Desantis – flauto: Massimo Mercelli – arpa: Emanuela Degli Esposti
Foto Massimo Danza
Les Étoiles Gala Internazionale di Danza a cura di Daniele Cipriani Roma Auditorium Parco della Musica 27 gennaio 2018
Foto Massimo Danza
“Amovéo” coreografia Benjamin Millepied
“Esmeralda” coreografia Marius Petipa da Jules Perrot
Les Étoiles Gala Internazionale di Danza a cura di Daniele Cipriani –
Auditorium Parco della Musica Roma 27 gennaio 2018
Foto Massimo Danza
“Five variations on a theme” coreografia David Fernandez
La Bayadère pas de deux, III atto coreografia Marius Petipa
Les Étoiles Gala Internazionale di Danza a cura di Daniele Cipriani
Auditorium Parco della Musica – Roma 27 gennaio 2018 Roma
Il corsaro pas de deux, II atto coreografia Marius Petipa
Les Étoiles Gala Internazionale di Danza a cura di Daniele Cipriani
Auditorium Parco della Musica – Roma 27 gennaio 2018 Roma
Diamonds Pas de deux da Jewels, coreografia George Balanchine
Les Étoiles Gala Internazionale di Danza a cura di Daniele Cipriani
Auditorium Parco della Musica – Roma 27 gennaio 2018
Raymonda coreografia Yuri Grigorovich
Les Étoiles Gala Internazionale di Danza a cura di Daniele Cipriani
Auditorium Parco della Musica – Roma 27 gennaio 2018
Anteprima Rieti, Teatro Flavio Vespasiano 10 gennaio 2018
Corpo di ballo: Daniele Cipriani Entertainment
maître de ballet: Stefania Di Cosmo
Foto Massimo Danza
“Omaggio a Maria Callas” Teatro Rossini – Civitanova Marche 23 luglio 2017
Foto Massimo Danza
Les Étoiles Gala Internazionale di Danza 18 e 19 marzo 2017
Foto Massimo Danza
“Labyrinth of Solitude” coreografia Patrick De Bana
Les Étoiles Gala Internazionale di Danza 18 e 19 marzo 2017
Foto Massimo Danza
“Il lago dei cigni” pas de deux del cigno nero, III atto coreografia Marius Petipa
Les Étoiles Gala Internazionale di Danza 18 e 19 marzo 2017
Foto Massimo Danza
“This bitter earth” coreografia Christopher Wheeldon
Les Étoiles Gala internazionale di Danza 18-19 marzo 2017
Foto Massimo Danza
“Spartacus” coreografia Yuri Grigorovich
Les Étoiles Gala Internazionale di Danza 18-19 marzo 2017
Foto Massimo Danza
“Grand pas classique” coreografia Victor Gsovsky
Les Étoiles Gala Internazionale di Danza 18-19 marzo 2017
Foto Massimo Danza
“Diana e Atteone” coreografia Agrippina Vaganova
Les Étoiles Gala Internazionale di Danza 18-19 marzo 2017
Foto Massimo Danza
“Tschaikovsky pas de deux” Coreografia George Balanchine
Les Étoiles Gala Internazionale di Danza 18-19 marzo 2017
Foto Massimo Danza
“Ballet 101” coregrafia Eric Gauthier
Les Étoiles Gala Internazionale di Danza 18-19 marzo 2017
Foto Massimo Danza
“Lady of the camellias” Coreografia Val Caniparoli
Lucia Lacarra e Marlon Dino “Spiral Twist” coreografia Russel Maliphant
Grande successo per la prima della “Coppélia” di Amedeo Amodio e calorosi applausi del pubblico per la brillante coppia di stelle Toromani-Macario.
Anbeta Toromani e Alessandro Macario sono i primi ballerini della “Coppelia” di Amedeo Amodio prodotta dalla Daniele Cipriani Entertainment. Lo spettacolo ha inaugurato la tournée al Teatro Nuovo Giovanni da Udine riscuotendo il caloroso consenso del pubblico: assieme alle due stelle, l’atletico corpo di ballo ed i pregevoli solisti della Daniele Cipriani Entertainment, con la regia e le coreografie di Amedeo Amodio, l’assistenza alla coreografia di Stefania Di Cosmo, le scene di Emanuele Luzzati e Luca Antonucci, i costumi di Luisa Spinatelli, le luci di Marco Policastro, le musiche di Léo Delibes e Giuseppe Calì.
L’opera è ispirata al racconto di E.T.A. Hoffmann, “L’uomo della sabbia” ed è stata creata da Amodio nel 1995 per l’Aterballetto. Una composizione assolutamente originale, ambientata su un grande set cinematografico dove la storia si svolge come le riprese di un film, in un continuo scambio tra realtà e “girato”, sotto la direzione dell’ambiguo regista-mago Coppelius: Nataniele, fidanzato con Clara, si innamora di Olimpia senza accorgersi in realtà che si tratta di un automa costruito da Coppelius. Clara, in preda alla gelosia, scoprirà la reale natura di Olimpia e vi si sostituirà, soggiogando Coppelius e riconquistando l’amato Nataniele: ma la storia ha un finale “noir” perché Coppelius, esercitando la sua influenza nefasta su Nataniele, lo induce a gettarsi da una torre.
La Coppélia di Amodio è avvincente come un film noir, spumeggiante come un musical, divertente come un varietà. Un fantastico omaggio al grande cinema hollywoodiano, ne ricrea le atmosfere leggendarie degli anni d’oro, con fascinosi richiami ai miti del nostro immaginario collettivo, ai grandi musical, ed anche a tre personaggi consegnati ormai alla storia del cinema, Charlot, Frankenstein e Dracula.
Non mancano le citazioni coreografiche, Balanchine, Alvin Ailey ed i diversi stili di danza con i rispettivi risvolti evocativi: valzer, cha-cha-cha, mambo, tango. Lo spettacolo scorre sempre con levità e fine umorismo, persino i diversi lati oscuri del racconto, lasciati intatti dal maestro Amodio nel loro spessore sinistro.
Anbeta Toromani, prima ballerina dell’Opera di Tirana ed ospite di consolidata fama in eventi e gala, è una stella di grande popolarità presso il pubblico italiano; nella sua interpretazione di Clara ci ha incantato per eleganza e poesia, la sua arte coreutica arriva sempre dritta al cuore, e commuove. L’abbiamo avvicinata nei camerini per manifestarle il nostro apprezzamento e ci ha confidato di essere estremamente grata al maestro Amodio che le consente di esprimersi artisticamente secondo le proprie corde, avendo egli la straordinaria capacità di “cucire” le coreografie come un abito su misura per il danzatore. Sensibilità vibrante e volontà d’acciaio, Anbeta rivela una feconda maturità artistica unita ad una sorprendente, autentica modestia, che il suo sguardo profondo e sincero, appena velato di romantica malinconia, ci conferma.
Alessandro Macario, primo ballerino del Teatro San Carlo di Napoli ed etoile internazionale con numerosi riconoscimenti a suo favore, riempie la scena con carismatica presenza e sgargianti doti interpretative: in coppia le due stelle fanno scintille, un vero piacere vederli ballare assieme. Alessandro ed Anbeta sono compagni anche nella vita oltre che sulla scena, una coppia che riverbera armonia ed intesa, simili anche per simpatia e spontaneità; siamo contenti di avere due foto con loro e che qui volentieri pubblichiamo.
Vi consigliamo di non perdervi questo spettacolo, ecco le prossime tappe della tourneé: Carpi ( 20 gennaio – Teatro Comunale), Piacenza ( 22 gennaio -Teatro Municipale), Pavia ( 3 febbraio – Teatro Fraschini), Bologna (16 – Teatro Duse), Gorizia (18 febbraio – Teatro Comunale).
Paola Sarto
Foto di Massimo Danza
III atto Lago dei cigni, coreografia Marius Petipa
Les Étoiles Gala internazionale di danza a cura di Daniele Cipriani Auditorium Conciliazione 23 e 24 gennaio 2016
coreografia Gerald Arpino
Les Étoiles Gala internazionale di danza a cura di Daniele Cipriani Auditorium Conciliazione 23 e 24 gennaio 2016
pas de deux IV atto coreografia Marius Petipa
Les Étoiles Gala internazionale di danza a cura di Daniele Cipriani Auditorium Conciliazione 23 e 24 gennaio 2016
Eccezionale capacità tecnica, energia, entusiasmo e un affiatamento come poche altre compagnie al mondo. Sono alcune delle caratteristiche del Royal New Zealand Ballet, la più importante istituzione di danza neozelandese che con “A Passing Cloud” arriva per la prima volta in Italia. Più di sessant’anni di storia alle spalle, un repertorio eclettico che spazia da “Giselle” a maestri del ‘900 come George Balanchine, Jiri Kylian e Mark Morris, e un collettivo di cui fanno parte 38 strepitosi ballerini di sei diverse nazionalità. Con un tocco italiano, quello di Francesco Ventriglia, ballerino e coreografo che, dopo l’esperienza al Maggio Musicale Fiorentino, da un anno ne è il direttore artistico.
“A Passing Cloud” deriva dal nome della Nuova Zelanda in lingua maori, ovvero “Terra della lunga nuvola bianca”, e allude direttamente a uno dei pezzi in programma, “Anatomy of a Passing Cloud”, omaggio ai colori, ai ritmi e alla tradizione di questa bellissima terra realizzato nel 2013 dal coreografo venezuelano Javier De Frutos per i 60 anni del Royal New Zealand Ballet.
Legatissimi alla compagnia sono anche i neozelandesi Andrew Simmons e Neil Ieremia, autori rispettivamente di “Dear Horizon” e “Passchendaele”, due nuovi lavori in memoria del contributo della Nuova Zelanda alla Prima Guerra Mondiale, di cui ricorre il centenario.
10ma edizione Rassegna Tersicore direzione artistica Daniele Cipriani 3 dicembre 2015, Auditorium della Conciliazione Roma
Anatomy of a Passing Cloud coreografia Javier De Frutos
Foto Massimo Danza
Dear Horizon coreografia di Andrew Simmons foto Massimo Danza
Passchendaele coreografia di Neil Ieremia foto Massimo Danza
Potato e Memory – coreografie di Mats Ek
Quartet gala: divi diversamente giovani – A cura di Daniele Cipriani
Teatro Argentina – Roma 24 e 25 giugno 2015
Who cares Coreografia George Balanchine
Gran Gala di danza con le stelle del New York City Ballet all’Auditorium Parco della Musica Roma, 8 marzo 2015 – Direzione artistica Daniele Cipriani
Embraceable you Coreografia George Balanchine
Gran Gala di danza con le stelle del New York City Ballet all’Auditorium Parco della Musica Roma, 8 marzo 2015 – Direzione artistica Daniele Cipriani
The man I love Coreografia George Balanchine
Gran Gala di danza con le stelle del New York City Ballet all’Auditorium Parco della Musica Roma, 8 marzo 2015 – Direzione artistica Daniele Cipriani
Tschaikovsky pas de deux coreografia George Balanchine
Gran Gala di danza con le stelle del New York City Ballet all’Auditorium Parco della Musica Roma, 8 marzo 2015 – Direzione artistica Daniele Cipriani
Pas de deux cigno bianco Coreografia Lev Ivanov
Gran Gala di danza con le stelle del New York City Ballet all’Auditorium Parco della Musica Roma, 8 marzo 2015 – Direzione artistica Daniele Cipriani
Infiorata a Genzano Coreografia August Bournonville
Gran Gala di danza con le stelle del New York City Ballet all’Auditorium Parco della Musica Roma, 8 marzo 2015 – Direzione artistica Daniele Cipriani
Other dances coreografia Jerome Robbins
Gran Gala di danza con le stelle del New York City Ballet all’Auditorium Parco della Musica Roma, 8 marzo 2015 – Direzione artistica Daniele Cipriani
Pas de deux da Il Talismano coreografia Marius Petipa
Les Étoiles Gala internazionale di danza a cura di Daniele Cipriani
Auditorium Conciliazione Roma, 10-11 gennaio 2015
pas de deux Il Corsaro coreografia Marius Petipa
Les Étoiles Gala internazionale di danza a cura di Daniele Cipriani
Auditorium Conciliazione Roma, 10-11 gennaio 2015
Revelation coreografia Motoko Hirayama
Les Étoiles Gala internazionale di danza a cura di Daniele Cipriani
Auditorium Conciliazione Roma, 10-11 gennaio 2015
Pas de deux da Lo Schiaccianoci coreografia Marius Petipa, Lev Ivanov
Les Étoiles Gala internazionale di danza a cura di Daniele Cipriani
Auditorium Conciliazione Roma, 10-11 gennaio 2015
pas de deux atto II Il lago dei cigni – coreografia Lev Ivanov
Les Étoiles Gala internazionale di danza a cura di Daniele Cipriani
Auditorium Conciliazione Roma, 10-11 gennaio 2015
pas de deux da Don Chisciotte coreografia Marius Petipa
Les Étoiles Gala internazionale di danza a cura di Daniele Cipriani
Auditorium Conciliazione Roma, 10-11 gennaio 2015
pas de deux Terza Sinfonia di Gustav Mahler coreografia John Neumeier
Les Étoiles Gala internazionale di danza a cura di Daniele Cipriani
Auditorium Conciliazione Roma, 10-11 gennaio 2015