Eccezionale capacità tecnica, energia, entusiasmo e un affiatamento come poche altre compagnie al mondo. Sono alcune delle caratteristiche del Royal New Zealand Ballet, la più importante istituzione di danza neozelandese che con “A Passing Cloud” arriva per la prima volta in Italia. Più di sessant’anni di storia alle spalle, un repertorio eclettico che spazia da “Giselle” a maestri del ‘900 come George Balanchine, Jiri Kylian e Mark Morris, e un collettivo di cui fanno parte 38 strepitosi ballerini di sei diverse nazionalità. Con un tocco italiano, quello di Francesco Ventriglia, ballerino e coreografo che, dopo l’esperienza al Maggio Musicale Fiorentino, da un anno ne è il direttore artistico.
“A Passing Cloud” deriva dal nome della Nuova Zelanda in lingua maori, ovvero “Terra della lunga nuvola bianca”, e allude direttamente a uno dei pezzi in programma, “Anatomy of a Passing Cloud”, omaggio ai colori, ai ritmi e alla tradizione di questa bellissima terra realizzato nel 2013 dal coreografo venezuelano Javier De Frutos per i 60 anni del Royal New Zealand Ballet.
Legatissimi alla compagnia sono anche i neozelandesi Andrew Simmons e Neil Ieremia, autori rispettivamente di “Dear Horizon” e “Passchendaele”, due nuovi lavori in memoria del contributo della Nuova Zelanda alla Prima Guerra Mondiale, di cui ricorre il centenario.
10ma edizione Rassegna Tersicore direzione artistica Daniele Cipriani 3 dicembre 2015, Auditorium della Conciliazione Roma
Anatomy of a Passing Cloud coreografia Javier De Frutos
Foto Massimo Danza
Dear Horizon coreografia di Andrew Simmons foto Massimo Danza
Passchendaele coreografia di Neil Ieremia foto Massimo Danza